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Giovedì, 28 Marzo 2024
Scuola Italia

L'Italia che crolla: scuole in edifici con più di 50 anni, una su due è chiusa: "Fondi mai usati"

In che condizioni sono le oltre 42mila scuole dove da settembre torneranno quasi otto milioni di alunni? Gli ultimi dati rivelano che un plesso scolastico su cinque è chiuso per sempre o in attesa di essere messo a norma

La metà delle scuole ha più di 50 anni, due su 10 chiuse o in ristrutturazione. E lo Stato utilizza meno del 10% dei fondi stanziati. A raccontare lo stato degli edifici scolastici italiani è il sindacato Anief che riunisce i lavoratori della scuola.

Dopo il crollo del ponte Morandi gli operatori scolastici auspicano una reazione da parte di tutte le istituzioni preposte alla messa a norma delle strutture pubbliche, a partire dai 42 mila plessi scolastici dove da settembre torneranno quasi otto milioni di alunni, oltre 850 mila insegnanti, 250 mila Ata e 6 mila dirigenti scolastici.

Gli ultimi dati rivelano che un plesso scolastico su cinque è chiuso per sempre o in attesa di essere messo a norma. Ci sono delle Regioni, spiega l'Associazione professionale sindacale, dove ''il numero di edifici scolastici non attivi, per vari motivi, supera abbondantemente quello delle strutture dove si fa didattica''.

Poi c'è il capitolo degli interventi necessari da attuare sulle scuole attive.

Secondo i dati dell'Anief il piano di emergenza e il documento di valutazione del rischio sono stati riscontrati con certezza da meno di tre scuole su quattro (rispettivamente 73% e 72%); il certificato di collaudo statico da una su due (49%); quello certificato di agibilità-abitabilità e di omologazione alla centrale termica da una su tre (39%); la certificazione della prevenzione incendi in corsi di validità è presente appena in un'istituzione scolastica su cinque (21%); il nulla osta provvisorio, sempre di prevenzioni incendi, in una scuola su sei (16%). Del certificato di collaudo dell'impianto di spegnimento sono fornite appena il 9% delle scuole.

"Dei 6,2 miliardi di euro di fondi già stanziati e destinati all’edilizia scolastica, dal 2015 al 2018, sono stati utilizzati appena 604 milioni, quindi meno di un decimo. Anzi, le spese risultano addirittura in calo".

Come sottolineato dall'associazione dei costruttori "Ance" le mancate spese dei fondi sono da imputare alle lentezze burocratiche legate spesso alla compilazione di banche dati: il monitoraggio sulle opere pubbliche (Mop) è stato avviato solo nel 2016 e l’efficacia di questa banca dati dipenderà anche dalla rapidità nella risposta da parte delle amministrazioni nell’inserire tutte le informazioni". 

Per il sindacalista Marcello Pacifico le procedure devono essere accelerate: "La metà dei nostri edifici scolastici ha quasi 50 anni, essendo stata realizzata prima del 1971, l’anno in cui entrò in vigore la normativa sul collaudo statico degli edifici".

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