nuovo sistema di reclutamento

Scuola, immissioni in ruolo da Gmra: è una roulette russa. L’Anief rilancia il ricorso

27 agosto 2018 | 09:18
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Scuola, immissioni in ruolo da Gmra: è una roulette russa. L’Anief rilancia il ricorso

Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “L’amministrazione impone ai precari una roulette russa, l’Anief dice No”

Scuola – Con le immissioni in ruolo che si stanno svolgendo in tutta Italia in questi giorni, per la prima volta, ma solo in alcune regioni visti i ritardi nella gestione della procedura, si stanno utilizzando le Gmra, le graduatorie di merito regionali degli abilitati elaborate per la scuola secondaria a seguito del concorso riservato bandito nei mesi scorsi. L’individuazione del docente da GMRA comporta la sua ammissione al terzo anno di Fit, ossia la stipula di un contratto su supplenza annuale e termine al 31 agosto 2019 nel corso del quale sarà valutato per la successiva conferma della nomina a tempo indeterminato. La nomina da Gmra, però, comporta l’immediata cancellazione da tutte le graduatorie in cui i docenti erano precedentemente inseriti, siano esse Graduatorie di Merito 2016, Graduatorie a Esaurimento o d’Istituto e per tutte le classi di concorso di interesse.

La novità, già più volte criticata dal sindacato Anief per l’illegittimità della cancellazione a priori del docente da tutte le graduatorie utili, rientra nel nuovo sistema di reclutamento e prevede che dopo il superamento del concorso riservato 2018, il docente individuato dalle Gmra stipuli un contratto annuale al termine del quale, se giudicato idoneo, accederà al ruolo. Peccato che si tratti di una possibilità e non di una certezza, perché la normativa prevede, appunto, che sino all’ultimo momento il candidato all’immissione in ruolo possa essere reputato non idoneo al ruolo e, dunque, a rischio di perdere non solo l’opportunità di stipulare altro contratto a tempo indeterminato nelle altre classi di concorso di interesse, ma addirittura la possibilità di continuare a svolgere l’attività di docenza come precario.

“La cancellazione preventiva da tutte le graduatorie in cui il docente risulta inserito all’atto dell’accettazione della nomina con contratto a termine stipulata tramite scorrimento delle GMRA – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – appare illogica sotto diversi profili e arriva a violare il diritto al lavoro degli interessati e alla crescita professionale dal momento in cui il docente viene cancellato non solo per la classe di concorso interessata dalla nomina, ma addirittura per tutte le classi di concorso. La cancellazione dalle graduatorie d’istituto, poi, confligge con le previsioni normative che già consentono al docente di ruolo di stipulare contratti a termine su altra classe di concorso o tipo di posto se convocato per supplenze annuali proprio dalle graduatorie d’istituto”.

Per i tanti docenti ancora precari – continua Pacifico – l’assurdità della previsione è ancora più palese: un precario che non dovesse essere ritenuto idoneo al termine dell’anno scolastico di prova, si ritroverebbe irrimediabilmente escluso dalla possibilità di continuare la sua attività lavorativa perdendo per sempre l’opportunità di entrare in ruolo, magari dopo aver superato per più classi di concorso il concorso 2016 o anche solo di continuare a stipulare contratti a termine dalle graduatorie d’istituto. Così l’Amministrazione butta alle ortiche gli anni di esperienza accumulati dai precari, non è questa la soluzione per risolvere l’emergenza precariato, non si mette il precario di fronte a una roulette russa in cui in gioco non c’è solo la nomina in ruolo, ma addirittura il suo futuro lavorativo come docente anche precario”.

“Se si vuole davvero abbattere il precariato, occorre dare maggiori opportunità di stabilizzazione ai docenti – conclude il giovane sindacalista autonomo – dando loro la possibilità di essere immessi in ruolo attraverso più graduatorie e liste di attesa che ogni docente si è faticosamente conquistato. La verità è che Miur e governo prendono le decisioni sul futuro dei lavoratori in modo unilaterale, pretendendo che un precario, magari con esperienza decennale, si giochi tutto o riparta daccapo, con un percorso che non dà nessuna certezza e non rispetta i diritti dei lavoratori. Ecco perché abbiamo deciso di impugnare le cancellazioni illegittime con apposito ricorso in modo da tutelare il diritto di tutti i docenti a permanere nelle graduatorie in cui hanno avuto accesso di diritto senza essere costretti a rischiare il proprio futuro e la propria vita lavorativa a causa di scelte scellerate dell’amministrazione e del legislatore”.

(Il Faro on line)