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Precari e pochi presidi: in Friuli scuola nel caos a 5 giorni dal via. Sui vaccini dietrofront del Governo

Lunedì 10 settembre 144.193 studenti rientrano in aula tra vecchi problemi e tante incertezze. Preoccupa il fronte insegnanti alle prese con supplenze e abilitazione al sostegno

Michela Zanutto
3 minuti di lettura
(fotogramma)

UDINE. Vaccini, presidi e precari: mancano cinque giorni al rientro in classe e la scuola è nel caos. In questi giorni i dirigenti scolastici stanno prendendo confidenza con le sedi aggiuntive che dovranno coprire a causa della mancanza di colleghi.

Un novità sostanziale arriva proprio dal fronte-vaccini con il dietrofront della maggioranza sui vaccini, che sbarra nuovamente la porta d’ingresso di materne ed asili ai bambini non vaccinati. Un emendamento firmato dai due relatori pentastellati, Vittoria Baldino e Giuseppe Bompane, presentato oggi alla Camera sopprime infatti all’articolo 6 del decreto milleproroghe il comma 3-octie, introdotto durante l’iter parlamentare. Poche righe che avrebbero però disinnescato la legge Lorenzin, cancellando appunto il divieto di iscrizione ad asili e materne per i bambini non vaccinati.

Vaccini obbligatori, come mettersi in regola per l'ingresso a scuola

Il fronte insegnanti ha due grosse falle su supplenti (non sono ancora stati convocati i precari per la distribuzione delle circa 400 cattedre) e sostegno (manca il personale abilitato). Per questa ragione all’inizio dell’anno una cattedra su dieci sarà scoperta.

Vaccini a scuola, dubbi (e risposte) per i genitori

Ma non è tutto: le segreterie arrancano a causa degli organici sottodimensionati. E il Consiglio di Stato, dopo avere escluso i diplomati magistrali dal ruolo, ha riammesso i docenti non abilitati al concorso iniziato a maggio. Come se non bastasse, martedì è già in calendario il primo sciopero dell’anno (indetto dall’Anief per “salvare” i diplomati magistrali).

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Vaccinazioni obbligatorie

Sono 144 mila 193 gli studenti del Friuli Venezia Giulia pronti a rientrare in classe lunedì. I bambini iscritti alla scuola dell’infanzia sono 15 mila 581, 48 mila e 29 alla primaria, 31 mila e 49 i ragazzi della scuola secondaria di primo grado e 49 mila 534 alla scuola secondaria di secondo grado.

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Emergenza presidi

In Friuli Venezia Giulia ci sono 176 istituti scolastici, di cui cinque sottodimensionati (vale a dire che non hanno diritto a un preside titolare poiché il numero di alunni resta sotto una certa soglia).

Di questi, 71 vanno a reggenza – compresi qui i sottodimensionati –, con 21 nomine d’ufficio (il dirigente scolastico, per contratto, non può sottrarsi alla chiamata dell’Ufficio scolastico regionale (Usr). Le supplenze dei presidi sono 32 in provincia di Udine, 19 nel Pordenonese, 15 nell’Isontino, più cinque a Trieste.

Insegnanti

Le assegnazioni dei ruoli hanno lasciato scoperte circa un terzo delle cattedre a causa dell’incertezza derivata dalla sentenza del Consiglio di Stato sui diplomati magistrali (l’Adunanza plenaria li ha lasciati fuori dalle Graduatorie a esaurimento, il canale per l’ingresso a tempo indeterminato).

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La sentenza sarà recepita, diventando così effettiva, durante l’anno scolastico e quindi l’eventuale contratto a tempo indeterminato perderà la sua efficacia. Ecco perché un terzo dei diplomati magistrali (sono in tutto 400 in regione) ha preferito non chiudere rapporti di lavoro esistenti (molti lavorano alle paritarie con contratti a tempo indeterminato).

Il contingente dei supplenti è ancora tutto da determinare. Si stima siano mille 700 in regione su 17 mila 500 posti, ma l’Ufficio scolastico regionale non ha ancora pubblicato i dati ufficiali e le convocazioni non sono neppure state calendarizzate. Di sicuro si sa che lunedì almeno una cattedra su dieci sarà scoperta. Ai presidi il compito di lottare contro il tempo con la chiamata diretta, ma solo fino all’avente diritto.

Sostegno

L’Ufficio scolastico regionale, per garantire il rapporto uno a uno ai circa mille 640 studenti in situazione di gravità, dovrà arruolare almeno 400 supplenti sprovvisti dell’abilitazione. Insegnanti che, con grande professionalità si mettono al servizio dei ragazzi, ma senza un titolo. Una criticità che non garantisce la continuità, indispensabile in questi casi.

Segreterie

Alcune scuole hanno uffici vuoti. Perché i supplenti non sono ancora stati nominati. Nel frattempo però ci sono i contratti degli insegnanti da firmare. E spesso l’incombenza ricade sui (pochi) dirigenti scolastici. Ma non è tutto perché i Direttori dei servizi generali e amministrativi sono oramai “merce rara”.

In regione il 40 per cento dei posti è scoperto e il bando di utilizzazione (il personale di segreteria si mette a disposizione pur non avendo il titolo) promosso dall’Usr non è stato sufficiente a coprire i circa 60 posti. Per cui il direttore, Igor Giacomini, si è trovato costretto a fare un bando nazionale.

L'ultimo ricorso

I giudici hanno disposto che diverse categorie di precari esclusi devono essere ammesse con riserva al concorso per abilitati, che si sta svolgendo dal 15 maggio scorso e in un primo tempo avrebbe dovuto chiudersi a settembre.

Nell’allargare la possibilità di partecipazione ai cosiddetti “non abilitati” – dottori universitari, insegnanti tecnico pratici, docenti dell’alta formazione musicale, gli Isef dell’educazione fisica, gli insegnanti di Italiano per stranieri, gli abilitati all’estero – il Consiglio ha sollevato, poi, la questione di legittimità costituzionale proprio per questo concorso, di fatto una prova orale per i precari di seconda fascia.

Un bel colpo per la Uil che ha assistito i ricorsisti, riammessi perché lo Stato non ha concesso loro la possibilità di abilitarsi.

Sono un centinaio le persone coinvolte in regione. I ricorrenti potranno partecipare alle selezioni in attesa del giudizio di merito che regolerà definitivamente la vicenda. L’esito non è scontato, considerate le alterne pronunce del Tar del Lazio, che aveva già bocciato simili ricorsi.


 

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