Trasferito da Taranto, il professore di ruolo denuncia il ministero
Trasferito da Taranto a Pordenone: un professore di più di 50 anni è l’ultimo protagonista, suo malgrado dell’algoritmo “impazzito” nella mobilità nell’istruzione. Ad agosto ha saputo di essere stato...
Trasferito da Taranto a Pordenone: un professore di più di 50 anni è l’ultimo protagonista, suo malgrado dell’algoritmo “impazzito” nella mobilità nell’istruzione. Ad agosto ha saputo di essere stato destinato “d’ufficio” a una scuola della periferia pordenonese: a Taranto ha famiglia e un mutuo da pagare. «Ho presentato ricorso contro questa somma ingiustizia ministeriale: sono di ruolo dal 2017 – afferma il docente –. Dopo essere stato assunto con la Legge 107 detta “Buona scuola”, mi sono trovato classificato in esubero dopo un anno e trasferito d’ufficio nel Pordenonese». La legge 107 doveva essere riformata. «Invece, l’algoritmo impazzito ha colpito ancora – dice il professore –. Lo Stato gioca sulla pelle dei cittadini e non ha tenuto presente il fattore della vicinorietà nell’assegnazione della sede: la cattedra 2018-2019 si trova a 1.100 chilometri da casa mia».
La clausola della “Buona scuola” prevede per un triennio il vincolo della sede: i docenti assunti non possono chiedere il trasferimento. «La mia famiglia è monoreddito e abbiamo acceso un mutuo per la casa – prosegue l’insegnate pugliese –. Devo consentire a mia moglie e ai miei figli di vivere: cerco di risparmiare al massimo, ma la vita al nord costa il doppio». Un anno fa gli insegnanti trasferiti dal sud al nord erano stati centinaia. «Il governo aveva promesso di risolvere la questione – sottolinea il sindacato Anief –. Invece, il problema è riaffiorato. Non tutte le domande di trasferimento 2018-2019 per motivi di emergenza sono state accolte e, poi, ci sono stati nuovi trasferimenti coatti». Il professore di Taranto non usa mezze misure: «Voglio tornare a casa». Incerto è l’esito del ricorso legale e, intanto, rischia di cumulare debiti per pagare vitto, alloggio e il mutuo.
I pensionamenti del 1° settembre 2018 sono stati pochi e la maggior parte delle cattedre è stata “assorbita” ai vincitori dei concorsi 2016. I dati del ministero di viale Trastevere: sono stati circa 20 mila i docenti che hanno presentato domanda di trasferimento dal nord al sud e circa mille dal Pordenonese. Ma due cattedre su tre sono libere, al nord. «Oltre vent’anni di precariato, tanti sacrifici – conclude il docente di economia –, ma non basta. Dovrei licenziarmi per tornare a Taranto». —
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