Economia

Scuola, presidi a caccia di supplenti annuali

Dopo le 32 mila mancate assunzioni

2 ottobre 2018 - 16.30
(Teleborsa) - A quasi un mese dall’inizio dell’anno scolastico vi sono ancora diverse migliaia di cattedre da assegnare: gli Uffici scolastici hanno passato la “palla” alle scuole, che stanno convocando dalle graduatorie d’istituto.

A Milano, la realtà scolastica più grande d’Italia, in estate non si è coperto nemmeno il turn over: il dirigente responsabile, Yuri Coppi, subentrato all’attuale Ministro dell’Istruzione, spiega che ci sono troppe graduatorie esaurite, sia per le discipline che per il sostegno. Ma gli abilitati ci sono.

La verità, ricorda il sindacato della scuola, Anief, è che allo Stato "conviene troppo tenere 110 mila insegnanti precari", mantenendo in vita posti in deroga e in organico di fatto: la vessazione legalizzata verso i supplenti, comunque, non sfugge ai giudici, secondo i quali un precario non può esser trattato in modo diversificato o subalterno ad un collega di ruolo. Così scattano risarcimenti con molti zeri a carico dell’amministrazione che avrebbe speso meno immettendo in ruolo.

Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ritiene che quella di Milano sia una "circostanza che rappresenta al meglio le gravi colpe della macchina organizzativa scolastica sulla mancata copertura delle cattedre vacanti e disponibili". Pacifico ha ricordato che "tutto nasce da un organico finto volutamente tenuto in piedi dalla macchina amministrativa italiana per risparmiare soldi pubblici a danno del personale, ma prima ancora degli allievi in formazione. La verità è che allo Stato conviene continuare a mantenere più di 100 mila posti nello stato di precarietà, perché non assegna a docenti e Ata le mensilità di luglio e agosto, oltre agli scatti stipendiali e tutto quello che ne consegue".

"Ecco perché - continua il sindacalista - ai supplenti deve essere riconosciuta l’anzianità di servizio e tutto il resto. Ma poiché questo non avviene, sempre più insegnanti, anche passati di ruolo, ricorrono contro le condizioni professionali a cui sono stati costretti dallo Stato, il quale è sempre più spesso condannato a risarcimenti cospicui per l’abuso dei contratti a termine. Per mettere la parola fine a questa assurdità comunque un sistema c’è ed e quello di trasformare l’organico di fatto in organico di diritto e contemporaneamente riaprire le GaE: in tal modo - spiega Pacifico - quei posti si renderebbero utili, anziché attendere il termine dei prossimi concorsi pubblici, straordinari e ordinari, che prima di diversi anni non potranno portare al ruolo alcun insegnante”.
Servizio a cura di Teleborsa

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