OBESITY DAY: informare, sensibilizzare, agire per dire No all’obesità

La Fondazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica ADI promuove ogni anno dal 2001 il 10 Ottobre, una giornata nazionale di sensibilizzazione nei confronti dell’Obesità denominata Obesity Day. L’obiettivo è quello di orientare in modo corretto l’attenzione dei mass-media, dell’opinione pubblica e anche di chi opera in sanità, da una visione estetica ad una salutistica dell’Obesità.

Io in veste di nutrizionista ed occupandomi di alimentazione e benessere nel mio piccolo cerco di dare il mio contributo per sensibilizzare le famiglie, i bambini, le scuole… chiunque si rivolga a me, sull’importanza di una corretta nutrizione ed educazione alimentare per far sì che si possa prevenire il problema dell’obesità nei più piccoli e sconfiggerlo invece nei più grandi, laddove la patologia è già manifesta.

Di fronte ad un problema così diffuso quanto troppo spesso sottovalutato non si può più restare impassibili, ma occorre agire, scendere in campo e far capire a voce alta che non si tratta di un mero aspetto estetico, al contrario è la salute ad essere in ballo quando si parla di obesità, che il mangiar sano è una prerogativa della nostra salute, e che, come sempre dico ai miei pazienti, il dimagrimento sarà solo un piacevole effetto collaterale.

Infatti l’eccesso di peso predispone a non pochi problemi per la salute: diabete e cardiopatie sono solo tra i primi, e il rischio aumenta anche per chi è stato obeso solamente durante il periodo adolescenziale. Ipertensione, dislipidemie, disordini endocrini, alterazioni gastroenteriche (tra cui tumore) seguono nella lista delle conseguenze dell’obesità ma quello che più è preoccupante è l’aumentato rischio di mortalità per malattie cardiovascolari a cui l’obesità in età adulta predispone.

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La triste verità che oggigiorno appare ben chiara è che nonostante il grado di malnutrizione esistente sul pianeta, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) l’obesità rappresenta uno dei principali problemi di salute pubblica nel mondo. Siamo infatti di fronte a una vera e propria epidemia globale, che si sta diffondendo in molti Paesi e che può causare, in assenza di un’azione immediata, problemi sanitari molto gravi nei prossimi anni.

Si tratta di un problema per la nostra società, particolarmente preoccupante se si pensa alle implicazioni socio sanitarie correlate allo sviluppo di patologie cronico degenerative legate a questi stati. Particolarmente grave è poi l’insorgenza dell’obesità tra bambini e adolescenti, esposti fin dall’età infantile a difficoltà respiratorie, problemi articolari, mobilità ridotta, ma anche disturbi dell’apparato digerente e di carattere psicologico.

Inoltre, chi è obeso in età infantile lo è spesso anche da adulto: aumenta quindi il rischio di sviluppare precocemente fattori di rischio di natura cardiovascolare (ipertensione, malattie coronariche, tendenza all’infarto) e condizioni di alterato metabolismo, come il diabete di tipo 2 o l’ipercolesterolemia.

I dati (poco confortanti) emersi dal recente rapporto sullo Stato Sanitario del Paese, presentato di recente al Ministero della Salute, mostrano che oltre quattro italiani su dieci hanno un problema di peso: il 32% della popolazione adulta è sovrappeso e l’11% obeso.

E il fenomeno è ancor più dilaniante nell’infanzia: stando all’ultimo rapporto di OKKIO ALLA SALUTE promosso dal Ministero della Salute e dal CCM (Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie) in Italia il 20,9% dei bambini tra i 6 e i 17 anni è in eccesso di peso, e il fenomeno dell’obesità è diffuso per lo più tra il sesso maschile, nella fascia di età pediatrica (6-10 anni) e tra le regioni del Sud e Isole, con al primo posto proprio la Campania.

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Obesity Day. Le cause dell’obesità

L’obesità è una patologia complessa e dipendente da numerosi fattori sia genetici (es: familiarità) che ambientali (nutrizionali, psicologici, comportamentali, sociali). Quest’ultimi svolgono di sicuro un ruolo fondamentale perché, a differenza dei fattori genetici, sono modificabili per cui attraverso la loro gestione è possibile controllare la patologia stessa. I principali, quelli che hanno il maggior impatto sulla salute sono:

  • Crescente disponibilità di cibo ad alto contenuto calorico: ad oggi è sempre più diffuso il consumo di bevande zuccherate (es. coca cola) a tutte le ore, persino a tavola in sostituzione dell’acqua; e come merenda? Patatine, brioche, merendine e similari…. mentre frutta e verdura sono per molti sconosciuti. È risaputo che l’alta densità calorica (e la scarsa qualità nutrizionale) della maggior parte dei prodotti confezionati si associa a bassissimo potere saziante, che porta al loro consumo smoderato (il cosiddetto fenomeno dell’uno tira l’altro tipico di alimenti come le patatine in busta!)
  • Ridotta attività fisica e stile di vita malsano: i bambini trascorrono sempre più ore davanti a TV e videogiochi mentre svolgono pochissima o alcuna attività motoria che invece è importantissima!

È proprio agendo su questi fattori che è possibile prevenire e curare l’obesità!

Per combattere l’obesità infantile bisogna partire dalle radici e soprattutto dalle famiglie

È vero sì che la società ha portato alla diffusione di abitudini alimentari e stili di vita malsani, ma la reale responsabilità è da attribuire alle famiglie, troppo spesso disinformate in temi importanti come l’obesità infantile (non è un caso che la percentuale più alta di obesità si registra tra le famiglie con un livello culturale più basso).

Fortunatamente non è mai troppo tardi per modificare determinate abitudini: è fondamentale capire che i propri figli si devono alimentare nella maniera corretta e che occorre intervenire da subito, perché l’obesità è un problema da prendere sul serio!

Nei casi fortunati si tratterà di un semplice intervento di prevenzione e di educazione che deve coinvolgere tutta la famiglia; nei casi in cui il problema invece già esiste occorrerà agire in maniera ancora più mirata e sinergica: la collaborazione tra più figure professionali quali il medico-pediatra, il nutrizionista (o dietista), lo psicologo e il coinvolgimento della famiglia si presenta come l’arma più efficace per curare l’obesità e la medicina è solo il sano cibo!

La famiglia dunque in tutti i casi è la principale protagonista. Pensate che il problema dei vostri figli è in primis un problema vostro, che dovete risolvere prima voi per far sì che possano risolverlo anche loro!!!!

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E allora in questa giornata scelta come prevenzione e sensibilizzazione dell’obesità dedichiamo tutti un po’ di tempo per riflettere su questa problematica e per capire e scoprire che prevenirla e combatterla non è poi così impossibile, e che lo si può fare in qualsiasi momento, fin da piccoli ma anche in età più tarda, non è mai troppo presto né troppo tardi quando si tratta di iniziare a mangiar sano.

Vi lascio ora con il decalogo dell’ADI sulle cose da fare o non fare, dire o non dire, per prendere nel verso giusto una dieta: ho estrapolato per voi le azioni principali che da subito potete e dovete mettere in atto, gli errori più comuni che è bene che evitiate e le cose di maggior rilievo sul quale porre più attenzione.

  1. Fare movimento
  2. Masticare con calma e mettere in bocca pezzi piccoli di alimenti
  3. Verdure a volontà, ma attenzione alla frutta
  4. Sostituire il termine dieta con stile di vita
  5. Evitare il proibizionismo esasperato
  6. Ricordare che la colazione è un pasto importante
  7. Non saltare i pasti
  8. Porsi obiettivi raggiungibili
  9. Controllare il peso e mantenere il dimagrimento
  10. Incrementare il consumo di pesce (almeno 2 volte a settimana) e limitare l’assunzione di alcolici

 

L’obesità è un problema serio, non dormiamoci su, agiamo! (Articolo della dott.ssa Angela Pugliese, biologa nutrizionista)

 

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