Fumo, un test del sangue per capire chi è più dipendente

Chi ha un metabolismo della nicotina più lento è risultato più dipendente dalle sigarette. In futuro potrebbe essere utile per personalizzare la terapia. Lo studio tutto italiano

(foto: Oliver Helbig/EyeEm/Getty Images)

Smettere di fumare può essere davvero molto difficile, tanto che la maggior parte delle persone a lungo termine va spesso incontro a un fallimento. Ma alcuni individui più di altri hanno maggiori problemi nel riuscire ad abbandonare le sigarette e sono più dipendenti. Per capire meglio come viene metabolizzata la nicotina,** **composto principale del tabacco, è stato sviluppato un test del fumo, sulla saliva o sul sangue, che potrebbe aiutare a individuare la strategia di trattamento più adatta per smettere.

Oggi, un gruppo di ricerca tutto italiano ha condotto il test su un campione di più di 100 fumatori italiani sia per approfondirne i meccanismi sia per capire se i risultati potranno aiutare a indirizzare il paziente verso una terapia anti-fumo piuttosto che un'altra. Il gruppo, guidato dall'Azienda ospedaliero universitaria (Aou) di Pisa ha appena presentato i risultati preliminari in occasione del 19° Congresso nazionale della Società italiana di pneumologia (Sip) a Venezia,

Le prove che collegano il profilo metabolico della nicotina con la tendenza a essere dipendenti sono ancora scarse, come spiega a Wired Laura Carrozzi, coordinatrice dello studio presso il Centro per lo studio e il trattamento del tabagismo dell'Unità operativa di pneumologia dell'Aou di Pisa. “Il test del fumo, sulla saliva o sul sangue, è di fatto una complessa analisi di laboratorio di come la nicotina viene metabolizzata nel nostro corpo, dando luogo ad altri composti, che possono essere rintracciati”, sottolinea l'esperta, che spiega l'argomento in un editoriale sulla rivista italiana Tabaccologia. “Di fatto si tratta di una misurazione dei principali metaboliti della nicotina. In particolare i due composti presi in considerazione sono la cotinina e la 3-idrossicotinina”. Quanto più rapidamente il primo si trasforma nel secondo e tanto più rapido è il metabolismo della nicotina.

Stando ai dati preliminari, al contrario delle evidenze precedenti, i fumatori con un metabolismo lento della nicotina hanno anche una maggiore dipendenza dal fumo. “E sono quelli che accendono subito la prima sigaretta del mattino”, racconta Carrozzi. “Lo studio sembra indicare che chi risulta avere il metabolismo della nicotina più lento è anche più dipendente dal fumo a prescindere dalla quantità di sigarette fumate ogni giorno e da altri fattori. E questo risulta essere un dato nuovo”.

Il risultato è ancora speculativo, prosegue la ricercatrice, che sottolinea come le analisi siano complesse e il risultato debba essere ancora approfondito e confermato negli studi clinici. “Tuttavia si tratta di un passo verso una migliore gestione e trattamento del tabagismo, che rappresenta un problema sanitario significativo”, sottolinea Carrozzi. “L'idea è quella che quest'analisi possa essere utilizzata per identificare i fumatori che hanno maggiori difficoltà e per individuare, fra quelli esistenti, il farmaco anti-fumo più adatto a quel dato paziente”. Così il test in futuro aiutare ad andare verso terapie personalizzate nel trattamento del tabagismo. Sempre ricordando che il fumo di tabacco rappresenta la principale causa evitabile di morte e che, come riportato in uno studio del 2008 condotto sempre da Carrozzi, fra gli individui che provano a smettere di fumare, le percentuali di astinenti a distanza di 3, 6 o 12 mesi dall'ultima sigaretta sono piuttosto basse e sono pari rispettivamente al 32%, 21% e 14%.