22 ottobre 2018 - 12:05

Platì, la scuola negata a un bimbo sordo-cieco e la mobilitazione in suo aiuto

A un alunno della terza media sordo-cieco di Platì (RC) a un mese e mezzo dall’inizio della scuola non è ancora stato dato l’insegnate di sostegno. Il ricorso del Garante e l’iniziativa dei sindacati

di Fausta Chiesa

Platì, la scuola negata a un bimbo sordo-cieco e la mobilitazione in suo aiuto
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Questa storia non è unica nel suo genere, ma proprio per questo è significativa: a un alunno di 13 anni della terza media sordo-cieco di Platì, in provincia di Reggio Calabria, a un mese e mezzo dall’inizio della scuola non è ancora stato dato il sostegno previsto dalla legge. Mancano sia l’insegnante di sostegno sia l’assistente educativo che fornisce un servizio pratico-logistico sono stati. Risultato: il bambino è a casa perché senza sostegno non può andare a scuola. La famiglia, però, non è stata lasciata sola. Sul caso sono intervenuti sia il Garante per i diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza Antonio Marziale, che ha presentato un esposto alla Procura di Locri, sia il sindacato Anief. «Ho contattato la mamma del ragazzo – ha detto il Garante – e una volta avuta contezza della situazione ho scritto alla Prefettura, alla Commissione straordinaria del Comune di Platì, all’Ufficio scolastico regionale e quindi all’ufficio provinciale, al dirigente dell’Istituto scolastico di Platì e alla Procura di Locri. Alle mie richieste ha risposto la commissione straordinaria che guida il Comune di Platì, che ha chiesto al dirigente scolastico di verificare e valutare le iniziative da assumere di quanto di sua competenza sul servizio di assistenza educativa, sulla cui attivazione però nessuna richiesta risulta pervenuta da parte dell’istituto. Non è possibile ogni anno appesantire croci che le famiglie sono costrette a portare in un calvario che potrebbe avere fine solo se ognuno, sensibilmente, facesse il proprio dovere. Chi non lo fa paghi».

Secondo Marcello Pacifico di Anief «di situazioni come questa ve ne sono tante e si trascinano per ben più tempo. E in molti casi le famiglie, alla lunga, si abituano all’idea che lo Stato non è in grado di fornire l’assistenza e il supporto didattico ‘speciale’ previsto dalle commissioni mediche e scolastiche preposte. Tra gli almeno 80 mila casi di sostegno negato agli alunni disabili vi sono anche allievi affetti da gravi patologie o menomazioni. Il rischio è ora quello di abituarsi alla negazione del diritto».

La situazione è dovuta in parte anche alla crescita esponenziale di situazioni gravi: «Se nel 2006 gli alunni disabili certificati erano 180 mila - dà conto l’Anief - oggi se ne contano circa 255 mila: molti di loro necessitano del massimo delle ore previste dalla legge vigente (25 all’infanzia, 22 alla primaria e 18 nella secondaria), ma gli uffici scolastici forniscono alle scuole “pacchetti” di ore complessive quasi sempre inferiori a quelle richieste. Così i dirigenti scolastici sono costretti a suddividerle tra i vari alunni disabili frequentanti le loro scuole, penalizzando così tutti».

Anief ha rilanciato l’iniziativa Anief «Sostegno, non un’ora di meno!» che ogni anno scolastico patrocina, senza costi per le famiglie, un numero di casi sempre più alto del precedente. «La nostra iniziativa – continua Pacifico – vuole evitare che gli alunni e le famiglie vessate si trovino inermi dinanzi ad un muro di gomma. Le nostre azioni legali mirano a opporsi a questa mancata integrazione e sostegno agli studenti con disabilità. E il giudice non può di certo rimanere indifferente alle nostre richieste, ancora di più perché in Italia le norme in materia, a tutele dall’uguaglianza sostanziale, a partire dall’articolo 3 della Costituzione, sono dalla parte dei disabili e non dello Stato inadempiente». Il sindacato ricorda che l’indirizzo sostegno@anief.net è a disposizione di tutte le famiglie, dei docenti e dei dirigenti che necessitano di un intervento risolutore, al fine di ottenere per ogni alunno il corretto apporto di ore di sostegno prescritto dalla Programmazione Educativa Individualizzata, nel pieno rispetto della normativa e dei diritti degli alunni con disabilità.

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