Finanza

Scuola, Governatore Zaia dichiara di voler pagare di più gli insegnanti in Veneto

Il sindacato della scuola Anief invita tutti gli altri presidenti di regione a chiedere di più
Pubblicato il 24/10/2018
Ultima modifica il 24/10/2018 alle ore 17:37
Teleborsa
Sta entrando nel vivo l'iniziativa di alcune regioni a statuto ordinario di acquisire maggiori spazi di autonomia decisionale, finanziaria e legislativa su lavoro, istruzione, salute, tutela dell’ambiente e dell’ecosistema e di governo del territorio. Nel campo scolastico, il progetto è già avanzato.

Soprattutto in Veneto, dove il Governatore Luca Zaia ha prima firmato, la settimana scorsa, un accordo con il Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti per l’insegnamento della storia veneta in tutte le scuole della regione, ed ora punta dritto alla gestione di docenti, ATA e dirigenti scolastici. L'obiettivo, scrive il Corriere della Sera, è decidere in modo autonomo il trasferimento su base volontaria del personale della scuola, maestre, professori e bidelli, alla Regione Veneto, il tutto incentivato da stipendi possibilmente più alti.

La richiesta espressa dal Governatore Zaia è già scritta nel testo di progetto di legge che in Veneto hanno approvato e presentato al ministro per le Regioni Erika Stefani: il fine è decidere in modo autonomo il trasferimento su base volontaria del personale della scuola, maestre, prof e bidelli, alla Regione Veneto, il tutto incentivato da stipendi possibilmente più alti.

Secondo Marcello Pacifico, presidente del sindacato Anief, l'idea di fondo di Zaia non è sbagliata: "pagare di più gli insegnanti della propria regione rispetto ai livelli mortificanti stabiliti dall'ultimo contratto collettivo nazionale, che non ha garantito nemmeno il recupero dell’inflazione, è un intervento doveroso. Detto questo, attenzione a non imporre norme incostituzionali che al di fuori delle prerogative dello statuto speciale andrebbero a differenziare il personale originariamente assunto dalla Stato in base al luogo di residenza: senza il rispetto del nostro dettato costituzionale, si rischia poi di cadere nella perdita dei diritti".
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