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C’è il concorso ma il posto resta incerto per 150 docenti

Il bando straordinario del Miur non garantirà l’immissione in ruolo degli insegnati con diploma magistrale o laurea assunti con riserva

Paola Dall’Anese
1 minuto di lettura

belluno

Che ne sarà dei 150 docenti assunti in ruolo con riserva dal 2015 al 2017 in provincia di Belluno? Stiamo parlando di insegnanti che, avendo un diploma magistrale conseguito prima del 2001-2002 o una laurea in Scienze della formazione primaria, avevano presentato un ricorso al Tar per far riconoscere i loro titoli e accedere così alle graduatorie a esaurimento.



Per sanare l’annosa vicenda, il Ministero dell’Istruzione ha bandito un concorso straordinario specifico per la scuola dell’infanzia e le elementari che dovrebbe svolgersi in primavera. Un concorso pensato per dare la possibilità ai maestri di essere immessi nelle graduatorie a esaurimento (Gae) entro settembre, prima dell’avvio del nuovo anno scolastico. Ma c’è un inghippo: questi docenti, infatti, potranno prendere servizio solo se dovesse esserci disponibilità di posti, secondo il meccanismo per cui il 50 per cento dei posti sarà assegnato alle “gae” e il restante 50 per cento ai concorsi (qualora si esauriscano le graduatorie, i posti residui si aggiungerebbero a quelli destinati ai concorsi). Quindi per loro non ci sarà alcune certezza di riavere il posto fisso come, invece, hanno ora. Visto il contenzioso, infatti, il Miur ha deciso di revocare le immissioni in ruolo di questi 150 docenti che saranno quindi licenziati il 30 giugno, come un qualsiasi insegnante con contratto a termine.



«Il concorso», spiega Walter Guastella della Flc Cgil, «è riservato a chi è in possesso del requisito di abilitazione e ha svolto almeno due anni di servizio (nel corso degli ultimi otto) solo nella scuola statale. Quindi non valgono i servizi come docente di religione o nella scuola paritaria». Contro questi criteri è già insorta Anief (l’associazione sindacale professionale) che ha presentato alcuni ricorsi al Tar del Lazio, chiedendo che possano partecipare anche i docenti laureati in Scienze della formazione primaria senza servizio o laureandi. «Questi ricorsi potrebbero allungare i tempi per il concorso straordinario, impedendo agli ex docenti di ruolo di entrare in graduatoria e quindi ottenere il prossimo anno un posto a scuola», precisa Guastella.



Il concorso consiste nel superamento di una sola prova orale a cui verranno sottoposti i candidati, della durata massima di 45 minuti. I docenti dovranno presentare una lezione simulata, preceduta da un’illustrazione delle scelte contenutistiche, didattiche e metodologiche compiute. La commissione potrà anche continuare il colloquio sui contenuti della lezione e sull’accertamento della lingua straniera. La valutazione della prova avverrà sulla base di una griglia nazionale di valutazione. —

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