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Scuola, lo stipendio aumenta di 14 euro. I sindacati: "Nessuna trattativa con questi numeri"

Il ministro Bussettti: "Chiudiamo presto", ma la cifra per il 2019 è meno di un terzo del contratto chiuso dalla Fedeli  

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ROMA - - La trattativa di rinnovo del contratto dei docenti e degli amministrativi della scuola, all’interno e parallela a quella della Pubblica amministrazione, non decolla. Il contratto scade a fine dicembre, ma a gennaio non ci sarà alcun incontro tra ministero e sindacati. “Le cifre dedicate sono troppo basse”, dicono confederali e associazioni di base.

Il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti cinque giorni fa ha fatto sapere ai membri della commissione Cultura della Camera che in Legge di bilancio ci sono i soldi – 1,7 miliardi di euro - per evitare l’arretramento di 15-20 euro rispetto al contratto precedente (si chiama perequazione) e, quindi, risorse per un aumento dello stipendio dell’1,9 per cento. L’uno e nove lordo. Significa una cifra di 23 euro (sempre lordi) che nell’arco di tre anni salirà a 38. Ventitré euro – l’aumento per il 2019 - sono meno di un terzo del minimo garantito l’8 febbraio scorso dal Dicastero Fedeli, che chiuse un contratto aperto da nove anni con una crescita della busta paga tra gli 80,40 euro e i 110,40. Su uno stipendio medio di 1.400 euro netti (32.600 lordi, appunto), l’aumento netto il prossimo anno sarebbe pari a 14 euro.

La trattativa scuola coinvolge un milione e 200 mila soggetti. il ministro Bussetti assicura: "C'è un dialogo costruttivo con le organizzazioni sindacali affinché il prossimo contratto arrivi presto e dia un'adeguata risposta alle attese della categoria e all'esigenza di funzionalità delle scuole". Le cifre scritte sul Documento economico e finanziario dicono, tuttavia, che per il 2019 a bilancio ci sono 1,1 miliardi di euro nel 2019, 1,425 per il 2020 e 1,775 a partire dal 2021.
 
Il segretario della Federazione dei lavoratori della conoscenza, Francesco Sinopoli, replica che la Cgil scuola a gennaio non andrà a nessun tavolo di trattativa: “Per sedersi servono almeno altri due miliardi. Il governo deve indicare chiaramente che quelle risorse saranno nella prossima Legge di stabilità. Ricordo come l’attuale esecutivo abbia sbeffeggiato il contratto povero della Fedeli, purtroppo la base di partenza del rinnovo 2019-2021 è decisamente inferiore”.
 
Anche Marcello Pacifico (Anief-Cisal) contesta l’esiguità delle risorse pubbliche: “Si vuole far passare il concetto che ci stiamo avvicinando agli stipendi degli insegnanti europei”, dice, “quando per colmare davvero questo divario servirebbe uno stanziamento finanziario dieci volte più ampio. Passiamo da un contratto vergognoso a uno scandaloso”.
 
 
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