Dall’alternanza ai professori di sostegno
La finanziaria scontenta la scuola lariana

Critiche ai tagli delle risorse. Salvo (Uil): «Una manovra vuota, siamo preoccupati» - Timori anche per la riduzione delle ore di stage per i liceali. Maietta (Cgil): «Così non va»

Dall’abolizione della chiamata diretta al diverso reclutamento per gli insegnanti della secondaria, dai duemila posti aggiuntivi per incrementare il tempo pieno all’assunzione di quattrocento docenti per le ore di strumenti nei licei musicali e allo stanziamento di fondi per evitare la riduzione degli stipendi.

La legge di bilancio introduce diverse novità nella scuola e, al contempo, solleva critiche. In provincia, impensieriscono in particolare i mancati interventi sul sostegno, anche alla luce dei possibili tagli previsti nel triennio: la nostra è da sempre una delle zone in Italia in cui maggiore è la richiesta. «È una manovra vuota - commenta Gerardo Salvo, segretario provinciale Uil scuola -. Per esempio, sulle retribuzioni si parlava di un allineamento agli standard europei e mai ci saremmo aspettati una retromarcia simile. Nel Comasco, siamo preoccupati per il sostegno: serviva un’azione forte, il ministro inoltre dovrebbe conoscere bene i problemi del territorio».

I critici della manovra sottolineano come, dal 2019 al 2021, siano previsti quattro miliardi in meno per la scuola, come si ricava dall’elenco delle spese analitiche del Miur. Compare, quindi, il taglio ai fondi per gli insegnanti di sostegno e per i progetti d’integrazione scolastica per allievi con “Bes”: si parla di una cifra pari a 1 miliardo e 300 milioni di euro.

Un argomento contestato riguarda l’alternanza scuola lavoro. Innanzitutto, cambia nome e si chiamerà “percorsi per le competenze trasversali”. Poi, sarà ridotto l’orario minimo obbligatorio: 90 ore nei licei (invece delle attuali duecento), 150 nei tecnici e 210 nei professionali (oggi la quota è quattrocento). Nelle intenzioni del governo si scongiurerebbero così i percorsi di scarsa qualità, in alcuni casi dovuti al carico eccessivo di tempo obbligatorio, lasciando in ogni caso libertà e autonomia agli istituti di aumentare il monte orari.

Sul territorio, i presidi hanno spesso sottolineato l’importanza delle relazioni costruite con il mondo imprenditoriale e l’apprezzamento degli studenti per l’alternanza. Purtroppo, però, l’assenza di risorse aggiuntive potrebbe mettere in difficoltà l’incremento. «È stato nuovamente rimodulato il tetto orario - commenta Rosaria Maietta, segretaria provinciale della Flc Cgil- ma si confermano il taglio delle risorse e l’obbligatorietà delle attività, che però non vengono restituite all’autonoma programmazione delle scuole». In generale, secondo Maietta, «la nuova manovra mantiene e accentua tutti i limiti della precedente versione: un intervento insufficiente, privo di un’idea di sviluppo e rilancio del Paese».

«Nonostante sia stata tracciata una prima linea da seguire in parte da apprezzare – conclude Livio Fidone, presidente Anief Como - rimane la delusione per le mancate soluzioni sul precariato di docenti e Ata. Si è persa un’occasione. Il piano predisposto dal Miur e dal governo attraverso la legge di bilancio non stroncherà, pertanto, la piaga della “supplentite”: le procedure selettive ordinarie e straordinarie, infatti, andranno a stabilizzare solo una parte dei precari, quelli che i giudici e l’Europa chiedono invece di assumere in ruolo, in modo automatico, dopo 36 mesi di supplenze».

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