Finanza

Scuola: con "Quota 100" si abbassa l'assegno pensionistico

Pubblicato il 08/01/2019
Ultima modifica il 08/01/2019 alle ore 19:50
Teleborsa
In attesa del varo da parte del Consiglio dei Ministri della "Quota 100", gli occhi sono tutti puntati sulla riduzione dell’assegno pensionistico contenuta nel decreto, indirizzata ai lavoratori che vorranno cessare la propria attività prima del previsto. A riguardo, infatti, ci sarebbero ancora dubbi: il taglio ancora indefinito, calcolato comunque tra il 2% ed il 16%, andrebbe a intaccare sulla pensione di chi, compiuti i 62 anni di età e raggiunti i 38 di contributi, volesse smettere di operare nelle sue mansioni.

Questo perché, uscendo prima dal mondo del lavoro, si avrebbe la possibilità di far valere meno anni di contributi, con il risultato di una riduzione sul valore del trattamento di quiescenza. Una condizione che interesserà molti dipendenti del settore pubblico, compresi quelli del comparto scuola.

Secondo Anief, infatti, potrebbero essere circa 70mila gli impiegati pubblici intenzionati a lasciare i plessi scolastici prima del tempo. Uno svantaggio per il Sindacato, che in una nota chiede per la prossima legge di bilancio "Risorse per evitare questa penalizzazione, perché nella media dei paesi Ue si va in quiescenza a 63 anni con il massimo contributivo".

"Quota 100", però, rappresenta anche un’occasione per lo sblocco del turn over, che, secondo Marcello Pacifico, Presidente Anief, andrebbe sfruttato “Per reclutare tutti i docenti abilitati subito, inclusi quelli non abilitati con 36 mesi di servizio e gli idonei dei concorsi", attraverso la riapertura delle GaE.
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