Le ultime novità sulle Pensioni ad oggi 15 gennaio 2019 vedono emergere nuove stime tecniche in merito alla perdita potenziale che i lavoratori dovranno conteggiare nel caso scelgano il prepensionamento tramite la quota 100 anziché la quiescenza con i criteri previsti dalla legge Fornero. Anche dal mondo della scuola si sottolinea come il taglio risulti un fatto non minimale, sul quale i lavoratori dovranno interrogarsi con attenzione. Nel frattempo prosegue l'attività di verifica tecnica del decreto sul pacchetto pensioni e sul reddito di cittadinanza, mentre dal CODS si evidenzia come tutt'ora si stiano cercando le coperture necessarie a supportare i provvedimenti avviati dall'esecutivo.

Pensioni anticipate e Quota 100: ultime stime contano perdite fino al 30%

La partita della quota 100 sta per concludersi con l'approvazione definitiva del decreto legge riguardante il cosiddetto "pacchetto pensioni", ma i lavoratori che si troveranno a valutare un'eventuale adesione dovranno innanzitutto fare i conti con i possibili tagli. Le ultime stime al riguardo provengono dal Corriere Economia e prospettano una scelta difficile soprattutto per coloro che risultano più lontani dall'assegno di vecchiaia. Infatti, secondo i conteggi mostrati dal noto quotidiano, chi deciderà di lasciare il proprio impiego volontariamente con 5 anni e 4 mesi (l'anticipo massimo) dovrà far fronte ad un importo minore dell'assegno che potrà arrivare al -30%.

Le nuove uscite prevedono la maturazione di almeno 62 anni di età e 38 anni di contribuzione, oltre alla presenza di una finestra trimestrale di attesa al raggiungimento dei requisiti per i lavoratori del settore privato, che sale ad un semestre per chi è impiegato nel pubblico. La convenienza deve quindi essere valutata per la possibilità di ottenere un anticipo sull'uscita, posto che dal punto di vista economico l'operazione non risulta vantaggiosa rispetto all'attesa delle regole ordinarie di quiescenza secondo quanto previsto dalla legge Fornero.

Pacifico (Anief): il taglio assegno non è un fatto minimale

Anche dal mondo della scuola si guarda con attenzione al nuovo meccanismo di uscita in avvio con il decreto legge di giovedì prossimo. Ad esprimersi al riguardo è stato il Presidente dell'Anief Marcello Pacifico, spiegando che "di sicuro il taglio dell’assegno di quiescenza non è affatto minimale.

Perché su una pensione potenziale, per chi esce del lavoro a 67 anni, pari a 1.500 euro netti, si scenderebbe a circa 1.250 euro per tutta la vita" spiega il sindacalista, evidenziando che non si tratta di "roba da poco". Un dato di fatto che potrebbe pesare molto sulla scelta di dare seguito all'anticipo da parte di tanti lavoratori ed in particolare degli insegnanti. Nella scuola è infatti stimata una platea potenziale di 70mila docenti, ma sui loro prepensionamenti pesa il rischio di ricevere un assegno light senza possibilità di rimedio.

Giovedì il decreto legge su Q100 e Reddito di cittadinanza

Nel frattempo prosegue senza sosta l'attività dei tecnici nella verifica della bozza riguardante il decreto legge per l'avvio del "pacchetto pensioni" e del nuovo reddito di cittadinanza.

Il Governo dovrebbe varare il provvedimento il prossimo giovedì, accogliendo le richieste in arrivo dalla Lega per l'innalzamento degli assegni per le invalidità e per le famiglie più numerose. Resta inoltre da sciogliere la questione del Trattamento di Fine Rapporto per i lavoratori della pubblica amministrazione, che potrebbero trovarsi ad attendere fino ad 8 anni per ottenere la liquidazione visto che l'attuale legge lega il pagamento alla maturazione della quiescenza secondo i criteri della Manovra Fornero. L'esecutivo ha allo studio la possibilità di garantire un anticipo del TFS tramite un prestito ponte, ma resta ancora da chiarire definitivamente se il peso degli interessi sarà sopportato dalle casse dello Stato o dagli stessi lavoratori.

Armiliato (CODS): prosegue la ricerca di coperture

"I rumors ribadiscono che ancora si stanno cercando le coperture finanziarie per realizzare tutto ciò che è stato inserito nel pacchetto pensioni e dunque nella bozza del decreto legge che li contiene". Lo evidenzia la fondatrice del CODS Orietta Armiliato, ricordando che nel frattempo si mantengono le platee delle lavoratrici e dei lavoratori potenzialmente interessate ai provvedimenti "appese ad un filo pericoloso, oltreché scomodo". Oltre a ciò, la prospettiva dell'intervento non riguarda la cancellazione della legge Fornero, "ma solo l’inserimento di qualche forma di flessibilità per pochi e con molte penalizzazioni". Per questo motivo l'amministratrice del Comitato Opzione Donna Social chiede all'esecutivo di porre fine "al più presto a questo penoso capitolo che state facendo vivere ai lavoratori tutti" con la pubblicazione del decreto.