Scuola

Scuola, i docenti italiani guadagnano la metà dei tedeschi. Studio Cisl su dati Ocse: siamo sotto la media Ue di 9.000 euro

Per gli insegnanti il rinnovo del contratto non si vede. Il sindacato: "Il governo non manterrà le promesse mirabolanti, ma almeno sia coerente"

2 minuti di lettura
ROMA - C'è una larga letteratura, consolidata ormai, sugli stipendi dei docenti italiani inferiori "a quelli svizzeri", in generale al Nord Europa. La Cisl ha aggiornato la documentazione a riguardo e, poggiandosi su dati Ocse del 2017 ("Education at glance"), ha scoperto che si arriva a differenze di oltre 9.000 euro tra la busta paga (annuale e lorda) dei nostri insegnanti e la media dell'Unione europea e ha constatato che gli stipendi tedeschi sono semplicemente il doppio. In tutti i cicli.
 
I Paesi presi in considerazione nel lavoro sindacale sono sette, compresa l'Italia: i riferimenti Germania, Francia e Spagna, quindi l'Olanda, il Portogallo e la Finlandia. Ogni nazione citata ha un buon motivo per essere paragonata a noi e dal dossier sono state espunti i vertici (il Lussemburgo come migliori guadagni e la Grecia come peggiori) . In quasi tutte le situazioni prese in esame siamo gli ultimi: negli stipendi iniziali i lordi italiani sono i peggiori su sette nel ciclo dell'infanzia (24.807 euro), nella primaria (stessa cifra), nelle medie inferiori (26.743) e nelle superiori (stessa cifra).
 
La distanza maggiore - e parliamo sempre di inizio carriera - è con i guadagni dei tedeschi, mediamente il doppio: nell'infanzia c'è una differenza con l'Italia di 24.378 euro, nella primaria di 26.547, nelle medie inferiori di 28.550, nelle superiori di 28.820 euro. Favorevole alla Germania, appunto.
 
Nello stipendio iniziale, la busta paga italiana è paragonabile a quella dei docenti francesi - che, secondo l'analisi Cisl, è superiore di poche centinaia di euro - in tutte e quattro i cicli, ma il sistema scolastico transalpino prevede una crescita maggiore nel corso della carriera e il lordo finale a Parigi nell'infanzia è di 9.100 euro superiore a Roma e di 6.943 euro per quanto riguarda gli istituti delle medie inferiori. Spagna e Olanda, ancora, partono sfiorando quota 34 mila per infanzia ed elementari e, in generale, l'Italia è sotto la media Ue per una cifra che va da 1.225 euro a 2.771 euro l'anno (siamo alle medie inferiori in quest'ultimo caso e la differenza è di 213,15 euro ogni mese, per tredici mensilità).    
 
Nei diversi confronti, l'unico stipendio inferiore a quello italiano si trova tra le maestre d'infanzia della Finlandia, che, pure, è un Paese con un'istruzione in tutti i cicli riconosciutamente buona. 

Il dossier della Cisl "Scuola e stipendi in Europa" si chiude immaginando il rinnovo contrattuale del prossimo triennio: "Sarà un'altra tappa di un cammino che abbiamo la volontà e il dovere di riprendere sapendo che si tratta di un cammino difficile, impegnativo, faticoso. A quella politica che si è lanciata in promesse un po' temerarie non chiediamo di provare a mantenerle perché sappiamo che le chiederemmo un'impresa impossibile. Il traguardo è lontano, ci dia una mano a raggiungerlo con scelte coerenti e conseguenti rispetto a tante solenni affermazioni".
 
E' attesa, appunto, la ripresa delle trattative per il nuovo contratto scuola 2019-2021. Negli ultimi mesi, sostiene il sindacato Anief, il rinnovo precedente e la parziale indennità di vacanza contrattuale hanno permesso un recupero stipendiale che non va oltre il 5 per cento, a fronte di un costo della vita cresciuto del 14 per cento. "Il vicepremier Luigi Di Maio a nome del Governo ha detto di volere aumentare gli stipendi degli insegnanti per equipararli a quelli dei colleghi europei", ricorda il segretario Marcello Pacifico. Le contrattazioni per il rinnovo a fine novembre avevano garantito, tuttavia, un aumento medio pari a 14 euro il mese. "Con queste cifre non ci sediamo a discutere", aveva detto la Flc Cgil.
 
I commenti dei lettori