BULLISMO. Anief: in crescita i casi di docenti vittime

Sono svariate le iniziative in atto, attraverso le quali si cerca di combattere uno degli alleati più preziosi del bullismo reale e virtuale: l’indifferenza. Secondo il sindacato, occorrono unità d’intenti tra tutte le componenti scolastiche e agire in modo perentorio laddove il fenomeno sfocia in veri e propri reati. Marcello Pacifico (Anief): quando non si permette lo svolgimento regolare del un pubblico servizio, quale è la lezione scolastica, e si va a minare in modo serio la psiche di uno o più persone, siamo di fronte a veri e propri reati.

 

Oggi, nella Giornata nazionale contro bullismo e cyberbullismo, sono diverse le iniziative organizzate dalle scuole e dalle istituzioni per sensibilizzare su un argomento sempre più di attualità per via della crescita esponenziale di questo genere di episodi deprecabili. “I primi a voler combattere il fenomeno del bullismo sono proprio gli studenti, cioè fra le vittime preferite, assieme ai docenti, dei violenti”, ricorda Orizzonte Scuola. Nell’ultimo periodo, Anief ha conteggiato, verso il corpo docente italiano, ogni settimana un’aggressione denunciata e due messe a tacere.

 

LE INIZIATIVE ANTI-BULLISMO DEL 7 FEBBRAIO

Tra le iniziative di contrasto al bullismo reale e virtuale, spicca quella di Scuola Zoo, la community on line di studenti che lancia una campagna di sensibilizzazione sul tema con l’hashtag #smontati. Dopo il successo dello scorso anno della campagna “#SFIGATI”, che prendeva sette icone della GenZ bullizzate durante i loro anni di scuola, quest’anno descrive le tipologie più diffuse di “bullo” in una serie video, scrivendo anche un identikit di arrogantistalker, hater, le stupide BB, i figli di papà, le Wannabe – ed elencando tutti i loro punti deboli, esattamente quelli da cui trarre forza per smontare i “montati”.

 

Secondo il portale studentesco, infatti, se si riconoscono i bulli, è possibili anche contrastarli senza timore. Ecco perché lo slogan creato per l’occasione è “smonta questi montati”: si descrivono, in pratica, le loro debolezze e insicurezze, rendendoli umani e non più invincibili e incontrastabili agli occhi dei coetanei bullizzati, con l’obiettivo di abbattere le barriere immaginarie che, agli occhi degli adolescenti, pongono bulli e bullizzati in due universi diversi, che non hanno nulla in comune.

 

Oltre alla campagna di informazione, la giornata contro il bullismo e il cyberbullismo è ricca di iniziative dentro e fuori le scuole in tutte le città italiane. Un’altra iniziativa interessante è la campagna del Ministero dell’Istruzione intitolata ‘Un Nodo Blu – Le scuole unite contro il bullismo’, con gli studenti, gli istituti scolastici e tutti i partner che aderiscono all’iniziativa che condividono e rilanciano attraverso i loro canali di comunicazione il “Nodo Blu”, simbolo della lotta nazionale delle scuole italiane contro il bullismo. Inoltre il Miur ha dato vita a un’iniziativa, presentando l’App “Senza paura – liberi dal bullismo”.

 

IL COMMENTO DEL PRESIDENTE ANIEF

Il sindacato Anief reputa fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica su queste iniziative, che contrastano l’imperversare di un fenomeno che di questo passo rischia di trasformarsi in un processo irreversibile, penetrato nella società al punto di farne parte senza nemmeno più opporsi al suo dilagare. Per opporsi in modo ferreo e vincente al bullismo, però, occorrono unità d’intenti tra tutte le componenti scolastiche e agire in modo perentorio laddove il fenomeno sfocia in veri e propri reati.

 

“Ben vengano – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – iniziative e campagne di questo genere, perché agiscono sulla prevenzione e sulla presa di coscienza della gravità di un fenomeno, che ha nell’indifferenza un pericoloso alleato. Tra le iniziative che l’amministrazione deve senz’altro portare aventi con fermezza, rientra anche il ritorno dell’educazione civica già dalla primaria, come materia aggiuntiva al monte orario settimanale curricolare e all’interno della quale va compresa pure la storia e la composizione del diritto europeo, il Continente di cui facciamo parte integrante ma rispetto al quale conosciamo pochissimo e disapplichiamo sistematicamente le norme madri”.

 

“Per fare ciò – prosegue il sindacalista autonomo – è chiaro che la parte sana degli studenti, ovvero il 99 per cento, deve fare fronte comune con gli insegnanti, operando in simbiosi, anche con l’apporto delle famiglie. Tuttavia, va anche ricordato che laddove gli atti e gli atteggiamenti degli allievi-bulli sfociano nella violenza, allora noi siamo per l’applicazione della legge. Senza se e senza ma. Perché davanti ad un reato, quale è l’aggressione fisica ad un compagno di classe o un docente, come l’agguato di qualche settimana fa condotto da mezza classe, in un laboratorio di istituto in tecnico di Feltre, verso un’insegnante di chimica, il giudice deve procedere con le indagini e con tutto quello che ne consegue, anche a livello processuale”.

 

“E lo stesso vale per le aggressioni continuate, anche solo psicologiche – attraverso azioni persecutorie, mobbing, minacce, scherzi stupidi – che a volte fanno più male di quelle fisiche, le quali molto spesso rientrano un altro grave reato penale riconosciuto dalla nostra legge: quello dello stalking. In tutti questi casi, è bene ricordarlo, non si permette lo svolgimento regolare del un pubblico servizio, quale è la lezione scolastica con scopi puramente formativi, e si va spesso a minare in modo serio la psiche di uno o più persone. E troppo spesso, la minore età – conclude Pacifico – oggi continua ad essere motivo di impunità”.

 

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