<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Quota 100, in «fuga» seicento insegnanti dalle scuole veronesi

Un’insegnante in classe in una foto d’archivio
Un’insegnante in classe in una foto d’archivio
Un’insegnante in classe in una foto d’archivio
Un’insegnante in classe in una foto d’archivio

Per le cifre ufficiali è presto, ma secondo una prima stima le scuole veronesi potrebbero perdere circa 600 insegnanti e altri lavoratori della scuola per effetto di Quota 100. La proiezione l'ha elaborata la sezione scaligera di Cisl Scuola, incrociando l'età dei propri iscritti con gli anni di contribuzione necessari per beneficiare del provvedimento. I REQUISITI d'accesso alla pensione anticipata sono 62 anni d'età, più 38 di anzianità contributiva, e «solo la Cisl conta oltre 250 associati, nati fino al 1957, che potrebbero aver maturato entrambi questi titoli». Lo spiega il segretario provinciale, Alessio Rebonato. Al conteggio mancano i numeri di altre sigle del comparto, su tutte l'Anief e lo Snals, ma la previsione sarebbe confermata anche dalla fotografia scattata in via Settembrini, nella sede della Federazione lavoratori della conoscenza della Cgil. «Su 340 iscritti potenzialmente pensionabili», commenta la segretaria generale Beatrice Pellegrini, «più della metà è in regola anche con gli anni di contributi versati». Nel frattempo, dall'entrata in vigore di uno dei provvedimenti bandiera del governo 5 Stelle-Lega, il 4 febbraio, sono poco meno di un centinaio i docenti veronesi che hanno inoltrato la domanda di cessazione dal servizio per lasciare il posto all'inizio del prossimo anno scolastico. In tutta la provincia gli insegnanti sono circa ottomila. E QUESTO solo nei due sindacati maggiori. Le richieste di collocamento a riposo all'Inps vanno di pari passo con una domanda di dimissioni da inoltrare al ministero dell'Istruzione entro il 28 febbraio e «l'agenda del nostro consulente pensionistico prenotata fino ad allora», precisano dalla segreteria veronese dello Snals. «I più stanno valutando se approfittare o meno della finestra. Molti ci perdono», giacché meno contributi sono accreditati più è bassa la rendita, «ma considerano lo stesso la pensione anticipata per via delle condizioni di lavoro difficili». Lo confermano anche la Cisl e la Cgil: «La maggior parte di chi chiede informazioni è orientato a uscire». CHE DAL MONDO dell'istruzione ci si aspettasse un’adesione a Quota 100 maggiore rispetto ad altri settori, l'aveva detto lo stesso presidente Inps Tito Boeri. «L'età media dei lavoratori è alta», evidenziano sia Rebonato che Pellegrini. Nel veronese «è sui 55 anni». Ma chi sono i docenti interessati dal provvedimento? Per lo più «maestre e maestri della scuola dell'infanzia e primaria, dunque con la continuità di servizio», spiega Pellegrini. Alcuni, toccati dalla legge Fornero, anticiperebbero l'uscita di solo uno o due anni, «ma l'emergenza è già grave: nelle elementari di Verona e provincia ci sono 950 cattedre vacanti, assegnate in supplenza a chi è nelle graduatorie a esaurimento e dovrà fare un concorso straordinario per essere assunto di ruolo (le maestre col diploma magistrale, ndr) o a studenti universitari ai primi anni della laurea in Scienze della formazione primaria». LE RIPERCUSSIONI sul prossimo anno? Scontate. «Non è previsto alcun piano di assunzioni a copertura del fabbisogno», dice Rebonato. «Per chi resta non ci sono garanzie, se non in termini di aumento del carico di lavoro e precarizzazione». Situazioni che rischiano di acuirsi. Più penalizzate le lavoratrici: per alcune situazioni legate alla cura dei figli o di un genitore disabile, fuori dai congedi di legge, hanno maturato l'età ma non i contributi. •

Laura Perina

Suggerimenti