Scuola

Scuola, tornano i "Tfa di sostegno", i tirocini formativi: "Quarantamila specializzati in tre anni"

Il ministro Bussetti apre ai neolaureati per riempire i vuoti in cattedra. I precari storici: "Noi già insegniamo e in un mese non riusciamo a prepararci"

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ROMA - La prossima prova per avvicinarsi - solo avvicinarsi - a una cattedra a scuola sarà sul delicato sostegno. Come il ministro dell'Istruzione Marco Bussetti aveva annunciato a "Repubblica", il Miur ha avviato il primo dei tre bandi per i Tirocini formativi attivi (Tfa) che in tre stagioni specializzeranno con corsi affidati alle università italiane 40 mila docenti sul sostegno, uno dei grandi buchi della scuola italiana. Il ministro aveva parlato di una prima prova "entro giugno", poi la macchina amministrativa ha accelerato e lo scorso 21 febbraio un decreto ha fissato le date di svolgimento dei test preliminari di accesso: non tutti, appunto, entreranno nei cicli di Tfa. Quindi il ministero ha distribuito in quarantun università italiane (molte pubbliche, qualcuna privata) i corsi annuali.

Per l'anno accademico 2018-2019 i posti disponibili saranno 14.224. I test si svolgeranno il prossimo 28 marzo (la mattina per l'accesso alla scuola dell'infanzia, il pomeriggio per la scuola primaria) e il 29 marzo (la mattina prove per la scuola media, il pomeriggio per la superiore). Dopo il test preliminare - sessanta domande, di cui venti per accertare le competenze nella lingua italiana, due ore per rispondere - sono previste una o più prove pratiche (empatia, intelligenza emotiva, pensiero divergente) e una prova orale. A quel punto potrà partire il tirocinio vero e proprio, che sarà organizzato dalla singola università (ecco la tabella delle quote per ateneo) con un costo che nel passato è andato dai 3.000 euro di Roma Tre ai 3.700 euro dell'Università di Palermo.

L'ultimo Tfa sul sostegno si è svolto nel 2017. La novità è che quest'anno potranno accedere alla prova per le medie e le superiori anche i neolaureati (non abilitati all'insegnamento, quindi) che abbiano ottenuto nel loro percorso universitario 24 crediti formativi in discipline antropo-psico-pedagogiche e in metodologie e tecnologie didattiche. Ancora, potranno iscriversi al test preliminare i laureati (sempre non abilitati) con tre anni di servizio a scuola e i docenti Itp, i "tecnico-pratici". Per quanto riguarda materna ed elementari, i test sono aperti ai laureati in Scienze della formazione primaria e ai diplomati magistrali.
 

Sul Tfa continua lo scontro tra precari e non abilitati

I precari della scuola, in particolare quelli in Terza fascia, sottolineano due questioni: non si può affidare un compito così delicato - il sostegno di un alunno-studente con difficoltà di apprendimento - a chi non ha esperienza nell'insegnamento e, poi, trentacinque giorni per prepararsi al test preliminare sono davvero pochi. Una docente ha scritto a un sito specializzato: "Il ministro Bussetti ci regala un'altra perla di saggezza: bandire un concorso sul sostegno in poco più di un mese. Noi già lavoriamo nella scuola, da lunedì a venerdì,  e il tempo concesso per prepararsi è davvero poco. Il ministro dell'Istruzione ha ben pensato che un ruolo così delicato come il sostegno possa essere svolto da tutti e ha aperto le porte anche ai neolaureati, senza alcuna esperienza sul campo, e così ai diplomati tecnico-pratici. I docenti di Terza fascia si ritroveranno ancora una volta in un grande calderone". Un'insegnante che ha lasciato l'insegnamento speciale dopo dieci anni ora scrive: "Non buttatevi sul sostegno come fosse un ripiego, ma solo se avete le spalle abbastanza larghe e una grande umanità. I ragazzi hanno bisogno di un valido insegnante, non di una dama di compagnia".

Il ministro Bussetti ha provato a spiegare: "Proseguiremo con i cili di Tfa nei prossimi due anni". Il sindacato Anief gli contesta, però, la distribuzione tra le quarantun università "senza aver avviato prima una mappatura dei reali bisogni della scuola italiana, i numeri assegnati alle singole regioni sono casuali". Ancora: "Avviare nuovi tirocini quando nelle graduatorie di seconda fascia ci sono cinquantamila specializzati nel sostegno non utilizzati è un controsenso".
 

Concorso a cattedra, 50% in più per chi già insegna

Sul fronte concorsi e precari va segnalato un parere favorevole da parte della Commissione Istruzione del Senato a un emendamento della Lega che vuole dare valore al punteggio dei docenti precari che parteciperanno al prossimo concorso a cattedra (la data è ancora da stabilire). L'emendamento recita: "Si attribuirà ai titoli posseduti un punteggio fino al 40 per cento di quello complessivo. Tra i titoli valutabili è particolarmente valorizzato il servizio svolto presso le istituzioni scolastiche del sistema nazionale di istruzione, al quale è attribuito un punteggio fino al 50 per cento del punteggio attribuibile ai titoli".
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