7 maggio 2019 - 10:31

Vergato, scoppia il caso della fontana di Luigi Ontani costata 150mila euro

È polemica sull’opera dell’artista finanziata anche con 50mila euro del piccolo Comune nel bolognese. E il senatore Pillon interviene sullo stile della statua e invoca «una colata di cemento» riparatrice

di Daniela Corneo

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Luigi Ontani in posa davanti alla fontana che ha fatto scoppiare il caso
Luigi Ontani in posa davanti alla fontana che ha fatto scoppiare il caso

Là dove il maestro Luigi Ontani vede il fiume Reno, con le fattezze di un fauno, che porta sulle spalle il torrente Vergatello, con le fattezze di un putto alato, plasmati con la sua solita (riconoscibilissima) mano che non ha vincoli di alcun tipo e tanto meno pudori, c’è chi (con un occhio malizioso, politico o entrambi?) vede nella stessa opera una «imponente statua di un satanasso con tanto di corna e di pene vistosamente eretto, che porta sulle spalle un bambino con ali di farfalla». Parola di Simone Pillon, senatore della Lega, autore del controverso disegno di legge che porta il suo nome, fervente cattolico e autore di ben tre «Family day» che, a un mese di distanza dall’inaugurazione della fontana dell’artista nella piazza della stazione ferroviaria di Vergato, paese dell’Appennino che allo scultore ha dato i natali, è sbottato su Facebook, seguendo il polverone sollevatosi a distanza di tempo, perché questo (anche) fanno i social. «Se per i crocifissi vogliono le tendine, io chiedo una colata di cemento per nascondere definitivamente questa porcheria», ha tuonato il padre del decreto Pillon.

Il coro dei contrari

Come lui, altri di quell’area politica (e religiosa) hanno chiesto a gran voce la rimozione dell’opera svelata a Vergato in una tranquilla domenica di aprile, il 7 per essere esatti. «La fontana di Ontani è oscena, offende i bambini e va rimossa — ha detto ieri Mirko De Carli, leader del Popolo della Famiglia (il partito guidato da Mario Adinolfi) nonché candidato alle prossime Europee per la circoscrizione Italia Nord Orientale —. Oltre tutto sono stati usati anche dei soldi pubblici». A infastidire, a quanto pare, sono stati soprattutto quei due falli del fauno, uno davanti e uno dietro, eretti, perché spesso li scolpisce così il maestro Ontani, a cui a Vergato è stato anche dedicato un museo al piano terra del palazzo comunale. «È la statua di Satana», ha scritto qualcuno sui social in questi giorni, provando anche a fare i conti in tasca all’amministrazione. E ieri, alla scuola di esorcismo dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma, a cui partecipavano in 240 tra preti e laici, l’opera di Ontani è addirittura diventata (ghiotta) occasione per puntare il dito contro le forze del male: «La statua dedicata a Lucifero a Vergato è segno di una deriva, realizzata con tanto di soldi pubblici».

Il sindaco di Vergato

Il sindaco della cittadina, Massimo Gnudi, del Pd, ieri non capiva perché tutti, a un mese di distanza dall’inaugurazione, gli telefonassero per chiedergli informazioni sulla statua del maestro. E c’è anche chi ha fatto un accesso agli atti per vedere chi ci ha messo i soldi e quanti. «Ma lo dico senza problemi quanti soldi ci abbiamo messo. L’opera è costata 150mila euro: noi come Comune abbiamo dato due contributi da 25mila euro, mentre circa 100mila euro sono stati raccolti dall’associazione Vergato Arte, da Emil Banca, da imprese e cittadini; dei 90mila euro per l’installazione, 30mila sono arrivati dalla Regione». Lui, il sindaco, e, attraverso il sindaco, il maestro Ontani, spiega per filo e per segno cosa rappresenta l’opera: «Il fauno è il fiume Reno, il Cupido è il torrente Vergatello, il Tritone è l’Appennino, il Gigante appoggia sull’uovo che allude al favoloso Montovolo. È un’opera che racconta il nostro territorio. Poi, sì, il fiume Reno è ritratto con il pene eretto, ma è lo stile di Ontani, è la sua arte». E, come sui gusti, anche sull’arte forse non c’è alcuna disputa che tenga. «Qui a Vergato non c’era stata alcuna discussione — dice Gnudi — sull’opera in sé, se mai su dove collocarla, perché in lizza c’erano due o tre posti». Si è scelta la piazza della stazione, dove c’era una fontana in totale abbandono, riferisce il sindaco. Per Vergato avere Ontani tra i suoi figli è motivo di lustro e, qui si augurano, avere le sue opere in bella vista, è pure motivo di speranza: «Vorremmo avere un turismo vivace». Con Ontani non ci si annoia mai, questo è certo. Ma, abbandonato il tono placido di chi ha sempre guardato la statua come a un’opera d’arte e non come a un prodotto satanico, il sindaco di Vergato avverte: «Se succede qualcosa alla statua, visto che c’è chi parla di colate di cemento, sappiamo chi sono i mandanti».

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