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Sciopero dei dipendenti pubblici venerdì 10 maggio: a rischio nidi, scuole e uffici

La mobilitazione promossa dall'USB P.I, con l'adesione dell'Anief: "Contratto riconosca dignità"

Sciopero generale dei dipendenti pubblici venerdì 10 maggio: a proclamarlo l'associazione sindacale USB P.I. con pure l'adesione dell'ANIEF. 

Sciopero 10 maggio: a rischio nidi, scuole e uffici

In occasione dello sciopero del 10 maggio, per l'intera giornata, si fermano tutti i lavoratori e le lavoratrici del pubblico impiego e della scuola, dei vigili del fuoco, compresi i precari di qualsiasi tipologia contrattuale (interinali, Isu, ltd, etc). 

Per la sanità lo sciopero è articolato da inizio turno del giorno 10 maggio a fine dell’ultimo turno della stessa giornata.

A rischio quindi nidi, scuole e servizi pubblici come quelli erogati dagli uffici comunali. "Si avvisa la cittadinanza che potrebbero verificarsi disservizi" - si legge sul sito di Roma Capitale. 

Venerdì 10 maggio sciopero nidi e scuole dell'infanzia

Attività didattiche non garantite in asili nido e scuole dell'infanzia: il sindacato rivendica infatti la stabilizzazione del precariato con la richiesta di nidi e scuole dell'infanzia pubblici e di qualità, insieme alla riorganizzazione dei servizi con la diminuzione dei carichi di lavoro del personale e con l’aumento degli organici, "che porterebbe ad un miglioramento dell’offerta educativa e scolastica investendo sulla qualità e sul rispetto dei diritti dei bambini".

"Saranno in tante e in tanti a scioperare con noi il 10 Maggio" - avvisa l'USB invitando le famiglie che troveranno i nidi e le scuole dell’infanzia chiusi a scendere in piazza "per la difesa e la valorizzazione di un servizio pubblico e di qualità". 

L'USB su sciopero 10 maggio: "Contratto riconosca dignità"

Appelli alla mobilitazione poi a tutti i lavoratori pubblici. "In un anno di governo del cambiamento, le politiche sul pubblico impiego hanno brillato per continuità con i governi precedenti. A partire dai contratti. Scaduti a dicembre, per ora il Governo ha stanziato risorse pari ad aumenti di circa 40 euro medi lordi a regime, che non corrispondono neanche al recupero dell’inflazione, figuriamoci del potere d’acquisto perso in quasi dieci anni di blocco" - denuncia l'USB rilanciando lo sciopero. 

"In un sistema nel quale le disuguaglianze dilagano e determinano per la maggioranza dei cittadini una vita più breve e con una qualità inferiore Noi Lavoratori Pubblici rivendichiamo la nostra funzione al servizio dei cittadini, delle classi più deboli, di coloro che da questa Unione Europea sono destinati ad essere sacrificati. Una funzione che vogliamo riaffermare e che pretendiamo venga riconosciuta pienamente restituendole dignità, in modo tangibile". 

Al centro la richiesta di un rinnovo contrattuale che riconosca dignità ad un settore lavorativo: "L’ultimo contratto non lo ha fatto" - sostiene l'USB. "Non ci basta il 'contratto'! Vogliamo un contratto che ci riconosca dignità! Il 10 maggio scenderemo in sciopero per andarcelo a conquistare!"
 

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