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Manca un mese alla maturità la prova orale resta un rebus

I docenti: Non ci hanno dato la formazione

19/05/2019
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Il Messaggero

Gli esami non finiscono mai, di cambiare. A far tremare i maturandi di quest'anno c'è la prova orale, fresca di riforma e quindi sconosciuta: a rompere il ghiaccio, ci sarà il sorteggio della prima domanda. In questi giorni, infatti, ci sono circa 500mila studenti dell'ultimo anno delle superiori che si stanno preparando per il nuovo esame di maturità che partirà mercoledì 19 giugno con la prova scritta di italiano: c'è chi si dedica allo studio e chi ci perde letteralmente il sonno. Docenti compresi. Il motivo? L'esame di maturità, storicamente, è quello che fa più paura nella formazione dello studente, superando di gran lunga gli esami universitari, ma per i maturandi di quest'anno l'incognita è alle stelle visto che affronteranno un esame riformato, diverso rispetto a quello degli anni passati. Con cui, quindi, non hanno mai avuto modo di confrontarsi se non tramite le simulazioni che il ministero sta pubblicando online per gli scritti. Dal Miur infatti, comprendendo le difficoltà, sono state fornite delle simulazioni ad hoc con cui i ragazzi hanno potuto mettersi alla prova. Simulazioni che non possono essere fatte per il colloquio orale, a cui si accede dopo gli scritti. Il ministero ha fornito le indicazioni ma poi spetta alle singole classi provare ad esercitarsi, senza sapere però come si svolgeranno in sede d'esame con una commissione composta per metà da membri esterni. Docenti che si saranno esercitati diversamente, per non farsi trovare impreparati. 
Ma il lavoro di preparazione non coinvolge solo i docenti in commissione ma anche tutti coloro che accompagnano i loro studenti verso la maturità. Il colloquio si apre con la scelta del candidato di una delle tre buste chiuse proposte dalla commissione. All'interno è contenuto, quindi, il primo argomento da cui parte l'orale. Come vengono compilate le buste?
LA PROCEDURALa commissione propone i materiali scegliendo tra le tematiche riportate nel documento, cosiddetto del 15 maggio, con gli argomenti trattati durante l'anno scolastico e compilato dai docenti della classe. Nelle buste possono esserci testi come brani in poesia o in prosa, in lingua italiana o straniera, documenti tratti da saggi, giornali o riviste, foto d'arte e monumenti ma anche grafici, tabelle e possibili proiezioni, progetti e problemi. «Nella mia scuola abbiamo provato una simulazione su quattro allievi di due quinte diverse - Michele Vignola, dell'istituto Ruggero di Lauria - gli alunni hanno sorteggiato una traccia, tra quelle selezionate come l'ambiente e la rivoluzione industriale, hanno avuto modo di vedere un video breve e su questo si è articolato poi il colloquio. Purtroppo però abbiamo notato che difficilmente riusciamo a valutare se l'alunno ha recepito le competenze e le conoscenze necessarie al raggiungimento della maturità. Credo infatti che quest'anno l'orale sia stato alleggerito rispetto alla formula prevista negli anni passati quando si dava maggiore risalto alla capacità del candidato di interagire tra i vari argomenti». 
L'esame è tutto da provare, al debutto ci sono quindi anche i professori: «Non è stata fatta un'adeguata formazione tra i docenti, personalmente mi sono documentato da solo - sottolinea Francesco Clemente dell'Anief, docente di scienze dell'alimentazione dell'Ipssar Vieste - credo comunque che i docenti, dopo tanti anni di insegnamento, porteranno il colloquio sugli stessi modelli degli anni precedenti».
Lorena Loiacono


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