Finanza

Elezioni europee, la scuola non figura tra i temi centrali dei partiti italiani

Solo alcuni dei programmi politici puntano verso una dimensione europea dell’istruzione
Pubblicato il 22/05/2019
Ultima modifica il 22/05/2019 alle ore 19:41
Teleborsa
La scuola non è al primo posto dei pensieri dei politici italiani che si candidano al Parlamento di Bruxelles: lo si scopre andando a leggere i programmi dei principali partiti di Governo. La rivista specializzata Tuttoscuola, nel realizzare un resoconto delle proposte che i partiti hanno presentato, parla, riferendosi ai progetti presentati nel campo dell’Istruzione, "di bilancio assai magro, soprattutto per quanto riguarda i due partiti attualmente al Governo, che si sono limitati a poche, scarne indicazioni di principio rivolte essenzialmente ai propri distinti elettorati, e senza alcun punto di convergenza, salvo che nella richiesta che vengano eliminati i vincoli di bilancio dell'UE sugli investimenti in istruzione". 

Eppure è assodato che la formazione, da quella in età prescolare a quella permanente dell’età adulta, è un investimento imprescindibile per mettere le persone in grado di fronteggiare i grandi cambiamenti nei sistemi produttivi e di sfruttare le proprie capacità. Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, rispetto al pareggio di bilancio, è giunta l'ora di scomporre le spese per investimenti, welfare, istruzione, formazione, ricerca e politiche giovanili: è un passaggio ineludibile se si vogliono abbattere le soglie di abbandoni scolastici e di Neet.
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