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Regionalizzazione scuola, i sindacati s’aggrappano al M5S: ci dica da che parte sta [VIDEO]

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A ridosso dal possibile sì del Consiglio dei ministri all’autonomia differenziata, i sindacati confermano tutte le loro remore contro l’ipotesi di approvazione dell’autonomia differenziata: le hanno ribadite il pomeriggio del 25 giugno, davanti a Palazzo Montecitorio, dove si è svolta la manifestazione “No alla regionalizzazione scolastica, difendere la Scuola di Stato“. All’evento, promosso da un Comitato spontaneo nazionale, c’erano diversi dirigenti sindacali, che al Governo non le hanno mandate a dire.

Reberschegg (Gilda): sarebbe la fine della scuola pubblica statale

“La regionalizzazione significherebbe la fine della scuola pubblica statale in Italia: ci sarebbe una decostruzione a livello regionalistico e anche di tipo privatistico della scuola che è un servizio inteso come istituzione della Repubblica”, ha detto alla Tecnica della Scuola Fabrizio Reberschegg, della Gilda degli insegnanti.

“Su questo noi facciamo e continuiamo a fare una battaglia. Invitiamo i parlamentari, in particolari i gruppi politici, come il M5S che non hanno mai avuto nel loro programmala regionalizzazione, di pensarci tre volte prima di approvarla”.

Studenti con diversi programmi da studiare

Il pericolo, secondo il sindacalista Gilda, sarebbe anche quello di dare il là ad una differenziazione culturale a livello giovanile: “il processo di regionalizzazione può stabilire anche dei programmi” scolastici “o delle indicazioni regionali differenti da regione a regione”.

“Per cui i contenuti del sapere diventerebbero diversi” a seconda del luogo. “E questo è inaccettabile: tutti i cittadini italiani hanno pari dignità e pari opportunità”, ha concluso Reberschegg.

D’Errico (Unicobas): Cgil, Cisl e Uil hanno indebolito la protesta

La Tecnica della Scuola ha anche intervistato Stefano d’Errico, segretario nazionale Unicobas, protagonista di un intervento polemico nei confronti dei sindacati Confederali: “la nostra manifestazione è annunciata da un mese, ma ieri scopriamo da un comunicato Cgil, Cisl, Uil e Snals che” domani si svolgerà “un flash mob sempre a Montecitorio”.

Forse a questi sindacati non interessa contrastare la regionalizzazione, ma “mantenere le bandierine piantate su una cosa che in realtà non vogliono contrastare”. Così si sta “indebolendo la lotta contro la regionalizzazione”.

Come “l’hanno indebolita quando hanno revocato lo sciopero del 17 maggio, che comunque ha impedito che la regionalizzazione passasse prima delle elezioni europee, come avrebbe voluto” il vicepremier Matteo Salvini.

“L’accordo del 24 aprile? Una presa in giro”

“Non hanno partecipato allo sciopero indetto da noi, dai Cobas e dall’Anief, per un accordo sottoscritto” lo scorso 24 aprile con il premier Giuseppe Conte e il ministro Marco “Bussetti che è una vera presa in giro, perché non blocca il pericolo maggiore della regionalizzazione piena degli organici, nonché della mission della scuola, come non parla della gestione del personale della scuola. Ma poi vogliono far finta di essere contro la regionalizzazione”.

“A me risulta – continua d’Errico – che anche a Reggio Calabria sia stata solo a riportare, in un passaggio dell’intervento” del segretario generale Carmelo “Barbagallo la questione della regionalizzazione”.

Però – conclude il sindacalista di base -, non posso dimenticare questa vergogna al federalismo cooperativo che arrivò da Landini e noi tirammo fuori da un documento riservato. Cgil, Cisl e Uil devono dirci da che parte stanno e la stessa cosa devono fare i 5 Stelle”.