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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 116

Scuola: Telecamere fisse, ci siamo

Posted by fidest press agency su sabato, 10 agosto 2019

La Lega sta sempre più prendendo il sopravvento nelle decisioni del Governo. Premessa l’esiguità dei finanziamenti per introdurre le telecamere in migliaia di sedi scolastiche, considerando anche che si vogliono introdurre dei sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso presso ogni aula di ciascuna scuola e acquistare costose apparecchiature finalizzate alla conservazione delle immagini per un periodo temporale adeguato, è evidente che l’operazione crea i presupposti per produrre discredito e delegittimazione nei confronti dei docenti, considerati evidentemente una figura professionale che non merita la fiducia delle istituzioni. Viene quindi da chiedersi come mai i dispositivi di videosorveglianza vengano imposti solo nelle mura scolastiche. Marcello Pacifico (Anief): Per assicurare la sorveglianza si creano ulteriori problemi, andando a ledere altri diritti. Non è un parere di parte: lo ha detto anche il Garante della Privacy, ponendo seri dubbi di liceità sull’impiego delle telecamere in modo sistematico e generalizzato: pertanto, il dottor Antonello Soro ha chiesto di tutelare i soggetti fragili ‘efficacemente anche con mezzi meno invasivi’. Anche sulla base di tale espressione, siamo pronti a impugnare l’obbligo di installazione delle telecamere dinanzi al Tar per violazione della privacy e del regolamento europeo.Il Ministero degli Interni è pronto a varare il provvedimento sulla sicurezza a scuola che prevede l’installazione di telecamere negli istituti dell’infanzia e paritari grazie a un fondo di 80 milioni. Sono stati stanziati 5 milioni per il 2019 e 15 milioni l’anno dal 2020 al 2024, che verranno erogati ai Comuni per installare gli occhi elettronici e per l’acquisto di strumenti per la conservazione delle immagini. Questa la notizia riportata oggi da Orizzonte Scuola, assieme al commento del vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini: “Così difendiamo i bambini e proteggiamo le tante maestre perbene. Altra promessa mantenuta”. La misura, che rientra nella politica della “stretta” sui dipendenti pubblici, attraverso la trasformazione in legge del ddl Concretrezza sui controlli biometrici dei lavoratori statali, comporterà dei costi non indifferente per lo Stato, che dovrà spendere cifre non indifferenti, considerando che ogni sede scolastica, in Italia ve ne sono oltre 40 mila, detiene decine di classi al suo interno; si prevede una spesa di centinaia di migliaia di euro, anche per la formazione del personale e l’archiviazione dei dati registrati, quindi superiore ai fondi che sostengono il provvedimento. Ma il costo va inteso anche come affronto alla professionalità dei maestri che operano nelle scuole dell’infanzia, i quali vengono trattati alla stregua dei cittadini che, avendo commesso dei reati, meritano di essere perennemente sotto controllo. Invece, i criminali stanno altrove. Ed i casi mediatici di cui si parla, va ricordato, sono isolati e spesso anche sovradimensionati.
“Per quale motivo – chiede Marcello Pacifico, presidente Anief – non si adottano le telecamere fisse anche in altri ambienti frequentati con costanza dai bambini fino a 6 anni di età? Così come per i nostri parlamentari, è indispensabile avviare i controlli permanenti all’interno degli istituti scolastici; non si comprende per quale motivo non si fa altrettanto negli studi medici e pediatrici, nei luoghi di culto frequentati dai bambini, nelle associazioni sportive e in tutte quelle realtà vissute sistematicamente da tanti giovanissimi. Siamo contrari a questa scelta, perché – conclude il sindacalista – la sicurezza a scuola passa per la formazione e l’aggiornamento del personale, non con la sorveglianza di chi vi opera, ha studiato ed è stato selezionato per fare quel lavoro”.

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