14 agosto 2019 - 09:00

Niente stabilità per i precari. Sempre più supplenti in classe

In Emilia-Romagna il 10% dei posti vacanti del Paese. Ancora deroghe per il sostegno

di Daniela Corneo

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La scuola non guarirà dalla sua «supplentite» ormai cronica nemmeno il prossimo anno scolastico. Anzi, a sentire i sindacati a settembre il ricorso ai precari — a ogni livello d’istruzione e in pratica in ogni mansione scolastica — raggiungerà picchi forse mai visti. E la crisi di governo sta facendo il resto, come c’era da immaginarsi. «Questa crisi di — dice Monica Ottaviana, segretaria regionale della Cgil Scuola — causa un danno pazzesco alla scuola, perché fa saltare tutti gli accordi sulla stabilizzazione dei precari. Il mondo della scuola aveva un enorme bisogno delle stabilizzazioni promesse con l’accordo siglato a Palazzo Chigi il 24 aprile scorso. Con le nomine in ruolo, circa 5.500 posti, non si riuscirà a coprire minimamente i posti vacanti, perché non abbiamo gente in graduatoria».

Banchi di scuola
Banchi di scuola

L’Anief

E completa il quadro il sindacato Anief: «Salta anche il testo sconosciuto di un decreto legge approvato il 6 agosto da quel governo oggi in crisi con annesso quel piano straordinario, inutile, sul precariato che avrebbe salvato 24 mila precari con 36 mesi e lasciato nel limbo gli altri 200 mila».

La situazione in Emilia-Romagna

Non ci sarà pace neanche durante il prossimo anno scolastico, quindi, per i 523 istituti scolastici dell’Emilia-Romagna che dovranno far sempre più ricorso a docenti supplenti, che avranno carenze importanti di organico tra i collaboratori scolastici e che avranno pochissimi dirigenti amministrativi. «In Emilia-Romagna — spiega Ottaviani — tra scuole dell’infanzia, primarie, medie e superiori sono 5.174 i posti vacanti, 1.143 dei quali sul sostegno. In pratica, visto che a livello nazionale i posti vacanti sono più di 58 mila, nella nostra regione c’è circa il 10% dei posti vacanti di tutto il Paese».

Le cause della vacanza di posti

Una vacanza di posti ormai cronica, a sentire i sindacati, «causata anche da un’incapacità di programmazione dei posti», accusa la Cgil. Che rileva una delle carenze più gravi nel personale Ata. Anche a Bologna. «L’organico dei collaboratori scolastici e dei tecnici — spiega Susi Bagni, segretaria provinciale della Cgil Scuola — è sempre più ridotto. Parliamo di circa 300 posti Ata mancanti a livello provinciale. L’anno scorso sono stati autorizzati dall’Ufficio scolastico 197 posti in più, ma non sono stati comunque sufficienti. Abbiamo chiesto al dirigente dell’Ufficio scolastico che si fidi delle richieste avanzate dai presidi».

Gli insegnanti di sostegno

Un’altra ferita che, invece che rimarginarsi, si aggrava ogni anno è quella del sostegno. L’Ufficio scolastico dell’Emilia-Romagna in realtà sul tema del sostegno è sempre molto attento, ma il problema è che mancano docenti specializzati. I corsi organizzati dagli atenei emiliano-romagnoli per la specializzazione al sostegno garantivano solo 290 posti: una goccia nel mare. In ogni caso per il prossimo anno scolastico l’Usr ha autorizzato 2.101 posti di sostegno e 796 posti in deroga, contro i 1.865 autorizzati (e 549 posti in deroga) l’anno scorso. «Ma le deroghe — dice senza appello Bagni — non rappresentano mai una continuità, nè sulla scuola né sui bambini con necessità».

Accelerata sui dirigenti scolastici

Su un punto c’è stata, invece, un’accelerata: i dirigenti scolastici. La situazione non è ancora del tutto risolta, ma il concorso per dirigenti scolastici ha portato in dote all’Emilia-Romagna 207 nuovi potenziali presidi che potranno coprire in parte la mancanza, in 229 plessi, di un preside proprio. «Nelle scuole di Bologna — dice la Cgil — dovrebbero essere coperti tutti gli istituti con posto vacante, anche se alcune scuole resteranno in reggenza».

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