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Scuola, la crisi blocca 5.612 docenti precari

Allarme lanciato dai sindacati: il testo approvato dal governo “salvo intese” il 2 agosto rischia di saltare, solo il 50 per cento potrà entrare in ruolo

Felice Paduano
2 minuti di lettura

VENEZIA. Cade anche l’ultima promessa del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti: la garanzia del passaggio nel ruolo definitivo di 79 mila professori precari, 5.612 dei quali riguardano il Veneto.

La crisi di governo ha fatto saltare l’intesa firmata nel consiglio dei ministri il 2 agosto scorso: nel giro di due ore era stato fabbricato un decreto Scuola da approvare “salvo intese” in una fase successiva ma in tempi molto stretti dal governo guidato da Conte.

Grande la delusione anche in Veneto perché la sanatoria attesa da anni si è vanificata in un baleno, dopo lo stop di Salvini al presidente del consiglio.

Che scenari si profilano all’orizzonte? In Veneto sono 5.612 i docenti che attendono di entrare in ruolo, così suddivisi:nella scuola dell'infanzia(3-5 anni) sono 160. Nella primaria delle elementari 702. Nella media inferiore 1574 e negli istituti superiori 1441. I posti di sostegno da assegnare sono 1562 dei quali 66 nelle materne, 858 nelle elementari, 458 nella media e 180 alle superiori.

Le convocazioni dei docenti sono già iniziate. Prima gli aspiranti al ruolo dovranno scegliere la provincia dove insegnare e poi firmeranno negli uffici scolastici di competenza la sede definitiva prescelta in base al punteggio accumulato.

Come denunciano i sindacati Cgil Cisl e Uil, Anief, Gilda, Snals e Cobas una cosa è certa: sarà assegnato in ruolo solo il 50% delle cattedre disponibili. Il restante 50% dovrà assegnato con le supplenze annuali. O con nomine che saranno effettuate direttamente dai singoli Provveditorati agli Studi oppure dai singoli presidi.

Questo sia perché tante graduatorie(Gae) sono esaurite. In modo particolare quelle relative all’insegnamento della matematica, fisica, scienze, chimica, informatica e di tante altre discipline tecno-scientifiche. E poi perché i concorsi per le medie e le superiori sono appena partiti. Quindi cosa succederà l’11 settembre quando riprenderanno le lezioni in Veneto?

«Sarà un avvio terribile» spiega la veneziana Sandra Biolo, segretaria regionale della Cisl-Scuola, «Ci saranno supplenti a valanga. Come stanno dimostrando le prime convocazioni, le immissioni in ruolo saranno molto meno di quelle previste. Tante supplenze arriveranno a ottobre inoltrato. Addio alla continuità didattica.

«Ogni anno si ripete il tradizionale carosello degli insegnanti in cattedra, con danni enormi che ricadono sugli studenti e sulle famiglie. I posti di sostegno andranno i in supplenze perché mancano docenti che si sono formati a loro spese nelle Università. Quest’anno la situazione generale nella scuola pubblica sarà la più grave degli ultimi anni. Anche alla luce dei 5.000 posti tagliati, in tutt’ Italia, dal Mef e della crisi in corso del governo Conte che difficilmente potrà approvare in via definitiva il decreto sulla scuola del 2 agosto scorso. Tutta colpa degli ultimi ministeri dell'istruzione, che non si sono mai voluti adeguare ai tempi reali».

Sandra Biolo analizza la situazione che si prevede nel Veneto per i nuovi 264 dirigenti, vincitori di concorso, 134 dei quali arriveranno da fuori regione visto che la proposta di autonomia differenziata della lega non è stata approvata dal governo.

«Tutti i dirigenti saranno i immessi in ruolo, resteranno solo cinque presidenze reggenti. Quindi almeno sotto quest'aspetto siamo messi bene. La realtà invece sarà pesantissima per i Dsga, gli ex segretari. Abbiamo calcolato che il il 40% di assistenti amministrativi sarà nominato con il ruolo di reggente». —


 

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