Sempre meno alunni nelle classi, con la Sardegna "maglia nera" in Italia. A lanciare l'allarme è l'Anief, associazione sindacale di insegnanti e formatori, che spiega: "Considerando il maggior numero di uscite dal percorso scolastico, sia per la conclusione degli studi con la maturità, sia per il permanere dell'alto numero di abbandoni precoci dei banchi, con il ritorno a scuola si conteranno ben 70 mila allievi in meno rispetto al settembre 2018".

E non si tratta di "una riduzione occasionale", precisa l'Anief, ma di "una tendenza acclarata da alcuni anni, tanto che alcune regioni, come la Sardegna, fanno registrare il record minimo di iscritti".

"Solo che - e qui vengono le "dolenti note", secondo il sindacato - anziché cogliere l'occasione per migliorare la qualità della didattica e intraprendere un nuovo modello di formazione degli organici del personale, non si fa nulla, perché gli Usr continuano ad autorizzare classi con oltre 30 alunni e non sempre ci si ferma a 20 in presenza di disabili".

"Non ci aspettiamo nulla di buono da chi amministra la scuola", spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief.

E questo "perché la realtà degli ultimi lustri - spiega - ci dice che il numero di docenti, Ata e dirigenti scolastici non ha seguito il numero delle iscrizioni, ma quella del risparmio pubblico".

"Tanto è vero - prosegue Pacifico - che quando queste andavano bene, pur di tagliare, si è alzata l'asticella del numero di alunni per docente, preludio delle attuali classi sempre più numerose, oppure ci si è inventati un vergognoso dimensionamento dell'intero sistema che, con il dpr gelminiano 81/2009, ha tagliato in un colpo solo 4mila scuole autonome, 67mila docenti e 50mila Ata. La stessa autonomia differenziata applicata avrebbe portato le scuole di certe regioni alla resa finale. Quello che va fatto, invece, è agire con organici differenziati, con l'anticipo e l'aumento totale dell'obbligo formativo, con il ritorno del tempo scuola che avevamo fino al 2008".

(Unioneonline/v.l.)
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