In Fvg il prossimo anno oltre 500 maestre rischiano di essere licenziate
Hanno il diploma e non la laurea, torna precaria chi è in ruolo: sono quelle assunte in cattedra dal 2015 al 2019
Chiara Benotti UDINE. Sono oltre 500 in Fvg le maestre assunte in cattedra dal 2015 al 2019 che rischiano il licenziamento nel 2020. I tempi tartaruga che la crisi del Governo gialloverde ha imposto al decreto “salvaprecari” sono un incubo anche per un’alta percentuale di maestre che hanno firmato il contratto in ruolo in agosto.
IL FENOMENO
Il picco si misura a Pordenone dove l’80 per cento delle assunzioni in cattedra nelle scuole primarie da quattro anni (di ruolo e per incarichi annuali) è per maestre diplomate magistrali entro il 2002.
«A Pordenone oltre 300 casi di inserimento nelle graduatorie a esaurimento Gae con sentenza dei Tar o Giudice del Lavoro negli ultimi anni – ha offerto il polso il Coordinamento diplomati magistrali nazionale –. A Udine, Gorizia e Trieste se ne contano la metà».
I licenziamenti potrebbero essere a catena: la sentenza del Consiglio di Stato in dicembre 2017 ha declassato il titolo dei diplomati magistrali.
L’effetto è come nel gioco dell’oca: le maestre anche di ruolo tornano precarie in seconda o terza fascia delle graduatorie dei supplenti.
«In regione – hanno valutato agli sportelli sindacali Flc-Cgil e Cisl-Fvg – saranno stati quattro o cinque casi di sentenze di merito recapitate alle maestre. I numeri potrebbero aumentare nei prossimi mesi».
In prima fascia Gae le maestre diplomate magistrali hanno lavorato con incarichi annuali e poi di ruolo dal 2015. Dita incrociate sul futuro in cattedra e via libera agli avvocati, nel caos di ricorsi e controricorsi fino alla Corte di Cassazione.
«La soluzione politica – dicono i sindacati confederali – è stato il concorso straordinario previsto dal decreto Dignità. Ma non ha assicurato a tutte le maestre friulane il ruolo».
IL CONCORSO 2019
Ci sono 649 maestre nella graduatoria del concorso-sanatoria per le primarie e 134 in quella per le scuole d’infanzia. Si sono abilitate con un test soltanto orale nel concorso regionale 2019, per salvare il lavoro a scuola e i diritti dopo anni di insegnamento.
La pronuncia del Consiglio di Stato 18 mesi fa aveva espulso centinaia di maestre diplomate magistrali delle Graduatorie a esaurimento Gae provinciali: senza laurea o abilitazione previste dalla normativa.
«Abbiamo rischiato il licenziamento e ci troviamo con punteggi in graduatoria di merito che contestiamo – è la battuta di alcune maestre del Coordinamento diplomate magistrali –. Serviranno anni per stabilizzare la nostra carriera».
Le maestre senza ruolo resteranno supplenti: in graduatoria ci sono insegnanti classe 1955 e 1960. «Per evitare il licenziamento con le sentenze di merito, che continueranno ad arrivare dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato – dicono alcune maestre –. La sanatoria del concorso con prova orale è stata destinata a chi ha lavorato almeno due anni consecutivi nella scuola».
Il concorso “salvaprecari” sarà un’altra àncora di salvezza allargata a un bacino più ampio: l’alternativa è la condanna alle supplenze e al precariato a vita.
IL RISCHIO
Il licenziamento di massa è rinviato da 19 mesi: l’Avvocatura di Stato ha confermato in aprile 2018 la sentenza del Consiglio di Stato, pronunciata il 20 dicembre 2017, che ha escluso dalle graduatorie ad esaurimento Gae chi aveva conseguito il diploma magistrale entro il 2001-2002.
Il loro destino era scritto: le maestre non laureate e senza abilitazioni avrebbero perso il diritto al ruolo o supplenze annuali, declassate a supplenti in altre fasce nelle graduatorie.
«Il danno sulla continuità scolastica – la reazione immediata del Coordinamento diplomati magistrali Fvg e nazionale si era alzata – sarebbe enorme per gli alunni».
Le proteste erano state forti: sciopero della fame di maestre friulane a Roma per salvare cattedre e salario nel 2018. I sindacati confederali, Cobas, Anief, Gilda non hanno abbassato la guardia e la soluzione politica è stata nel decreto Dignità e il primo concorso straordinario: ma non ha coinvolto tutti.
Il Coordinamento maestri magistrali abilitati Fvg e Piemonte con Serena Pellegrino e Rita Militi ha spedito l’appello alla senatrice Loredana De Petris. «Abbiamo diritto di entrare in ruolo dopo 36 mesi di servizio – invoca il Coordinamento –. Siamo 155 mila in Italia». —
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