​La scuola riparte, allarme professori: nel Lazio ne mancano duemila

Giovedì 29 Agosto 2019 di Lorena Loiacono
La scuola riparte, allarme professori: nel Lazio ne mancano duemila

La scuola è ancora a caccia di docenti, l’anno scolastico inizia decisamente in salita e, il 2 settembre, sarà già sciopero. Sono ancora migliaia, infatti, le cattedre che restano vacanti: un problema duro a risolversi, quello delle mancate immissioni in ruolo nonostante ci siano decine di migliaia di supplenti in attesa dell’assunzione. Sembra un controsenso ma è esattamente quello che sta accadendo nella scuola italiana. 

Come è possibile? I docenti destinati all’assunzione vengono per metà dalle graduatorie ad esaurimento e per metà da quelle di merito, da vecchi concorsi quindi. Tutti gli altri restano fuori. Ma le graduatorie ad esaurimento in molte province e in diverse classi di concorso sono esaurite da tempo così come le graduatorie di merito. 

SUPPLENTI
Nel Lazio, ad esempio, un posto su due resterà scoperto e andrà inevitabilmente ad un supplente. I posti messi a disposizione per le assunzioni sono oltre 4600 ma ad oggi risultano oltre 2mila senza titolare. I problemi maggiori si riscontrano nelle materie con un minor numero di ore a settimana per classe, ad esempio le materie tecniche, e soprattutto nella scuola secondaria: quindi nelle scuole medie e superiori. 

I ragazzi avranno in cattedra un supplente con incarico fino al termine delle lezioni, il 30 giugno. A questi si aggiungono anche i 5000 posti di sostegno che, come ogni anno, vengono assegnati con l’organico di fatto. Il Lazio non è l’unica regione in affanno, è già caos anche in Lombardia dove il governatore Fontana ha segnalato che resteranno scoperte 13mila cattedre a tempo indeterminato. Il ministero dell’Istruzione ha previsto l’assunzione di circa 53mila docenti e in queste ore si stanno portando a termine le ultime convocazioni ma le prime stime parlano di una carenza simile a quella dello scorso anno, quando rimase vuoto il 50% delle cattedre messe a disposizione per l’assunzione a tempo indeterminato. Nel 2017 e nel 2018, secondo stime elaborate dal sindacato Anief, rimasero scoperte circa 50mila cattedre, destinate così ai supplenti. 

CATTEDRE
Quest’anno si potrebbe raggiungere la quota complessiva di 170mila supplenti in cattedra. Docenti precari da anni, che potrebbero entrare di ruolo con un concorso o accedendo ai Pas, i percorsi abilitanti, con cui poi sperare nella strada dell’assunzione. Ma il decreto, firmato nei primi giorni di agosto, è fermo. La crisi di Governo lo tiene chiuso in un cassetto. 

«E’ inaccettabile - ha sottolineato Francesco Sinopoli, segretario generale della Flc Cgil - si tratta di misure urgenti non solo per il futuro di circa 60.000 precari, ma anche per la qualità della scuola del Paese che alla stabilità del lavoro è legata a doppio filo». Eppure le supplenze continuano a crescere, anche con la cosiddetta “messa a disposizione” con cui aspiranti docenti propongono la propria candidatura alle singole scuole per essere inseriti nelle graduatorie di istituto, per supplenze brevi. Spesso si tratta di giovani laureati che tentano la strada dell’insegnamento e ce ne sono a migliaia. In base ai dati dell’Anquap che rappresenta i direttori amministrativi delle scuole, nelle segreterie ci sono più protocolli legati alla messa a disposizione che alle pagelle. Mediamente ogni istituto dal 2014 ad oggi, da quando è stata avviata la procedura informatica, ha protocollato oltre 11mila domande di messa a disposizione a fronte di circa 3600 pagelle. 

DIRETTORI
Sembrano esserci più aspiranti docenti che studenti. Una procedura che sta mandando in tilt il lavoro nelle segreterie con il personale ridotto all’osso. E intanto il concorso per i direttori amministrativi, i Dsga, procede a rilento: «Abbiamo circa 2900 posti vacanti - denuncia Giorgio Germani, presidente Anquap - Il 2 settembre scioperiamo e faremo una manifestazione di fronte al Miur. Chiediamo anche un aggiornamento sul contratto per i nostri compensi e certezze sui fondi destinati al Mof, usati per finanziare attività complementari e ore eccedenti: per l’anno scolastico 2018-2019 sono arrivati 818milioni, ma solo in agosto, un ritardo mai accaduto prima. Ora iniziamo l’anno senza conoscerne le disponibilità economiche».