2 settembre 2019 - 16:01

Neolaureati in corsia, internisti e geriatri: «È illegale». Vertice in Regione

Dura presa di posizione dei medici: «Ricorreremo a ogni mezzo per non svilire il percorso formativo»

di Michela Nicolussi Moro

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VENEZIA In previsione del vertice in Regione del 3 settembre tra il governatore Luca Zaia, i presidenti degli Ordini dei Medici del Veneto e i presidenti delle Scuole di Medicina di Padova, Mario Plebani, e Verona, Domenico De Leo, le Società che rappresentano internisti, specialisti dell’emergenza-urgenza e geriatri prendono posizione sulle due delibere di Ferragosto con cui Palazzo Balbi ha deciso l’assunzione di 500 laureati senza specializzazione. «Le nostre Società si impegnano a contrastare questa e qualunque altra iniziativa volta a svilire e a negare il percorso formativo specialistico di area medica — dichiarano Antonello Pietrangelo (Simi, internisti), Francesco Pugliese (Simeu, medici dell’emergenza-urgenza) e Raffaele Antonelli Incalzi (Sigg, geriatri) — ricorrendo a ogni mezzo ritenuto opportuno. Se da un lato si prende atto della volontà della Regione Veneto, in mancanza di risposte convincenti da parte del governo, di affrontare la grave situazione della carenza di medici, dall’altro va sottolineata la palese mispercezione del fabbisogno formativo. Affrontare casi complessi implica un’esperienza e un percorso logico-deduttivo ben strutturato, che non possono certo essere il frutto di 92 ore di lezione e due mesi di tirocinio!».

Medici, critica alla Regione per la scelta di assumere 500 neolaureati
Medici, critica alla Regione per la scelta di assumere 500 neolaureati

La formazione

Prima di mandare in corsia i 500 camici bianchi (320 di Pronto Soccorso e 180 tra geriatri e internisti), la Regione ha infatti previsto per loro tre mesi di formazione. «Si esporrebbero medici non specialisti al rischio di errore, e conseguente contenzioso, e i malati a ovvi rischi — incalzano i tre presidenti — le tariffe assicurative lieviterebbero a dismisura e si creerebbe una condizione di precarietà a vantaggio delle finanze regionali. A ciò si aggiunga che il miraggio del pronto impiego potrebbe distogliere neolaureati dall’intraprendere la specializzazione. Tralasciando i profili di illegalità delle due delibere, palesemente in contrasto anche con la legge europea, si giungerebbe inoltre alla coesistenza di specialisti e pseudospecialisti e si arrecherebbe un danno economico e d’immagine al Sistema sanitario nazionale. In più si violerebbe la Costituzione, che tutela il diritto alla salute come universale». Simi, Simeu e Sigg si dicono pronte «al confronto e al dialogo costruttivo» con la Regione, per trovare insieme una soluzione adeguata e condivisa.

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