Pubblici dipendenti: i salari più bassi quelli della scuola, al top i magistrati

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Chi lavora a scuola guadagna poco. Anzi,pochissimo. Lo conferma l’Agenzia di rappresentanza dell’amministrazione pubblica, che e’ andata a quantificare i compensi del personale scolastico fino all’anno 2017, assieme alle elaborazioni statistiche sulle retribuzioni medie del personale della Pubblica Amministrazione per tipologia di personale. I numeri, ripresi dalla rivista Orizzonte Scuola, frutto dell’elaborazione dei dati della Ragioneria generale dello Stato,confermano che i docenti sono il fanalino di coda della pubblica amministrazione: il compenso annuo e’ pari a soli 29.629 euro lordi, con gli insegnanti a tempo indeterminato appena sopra di quasi 300 euro, i colleghi precari fermi a 27.173 euro; si elevano un po’ i docenti di religione, il cui guadagno medio annuo arriva a 32.321 euro (sempre lordi). E’ quanto si legge in una nota dell’Anief che aggiunge: «Ancor meno dei docenti guadagna il personale ATA, per il quale la Ragioneria generale dello Stato propone un unico dato stipendiale di categoria: lo stipendio medio annuale e’ di 22.154 euro, anche questi lordi. Una cifra che, al netto, per un collaboratore scolastico neo assunto si trasforma in mille euro al mese e che per gli amministrativi a fine carriera arriva a malapena a 1.400 euro. Sono stipendi che si commentano da soli, talmente bassi, che al di sotto non vengono riscontrati in nessun’altra categoria dell’amministrazione dello Stato».

«Il confronto dei compensi dei dipendenti della scuola con gli altri lavoratori dei comparti pubblici – prosegue la nota – e’ purtroppo impietoso. Tra i dipendenti statali, il cui salario medio e’ pari a 34.491 euro, i meglio pagati risultano quelli della presidenza del Consiglio, con 64.611 euro annui, seguiti delle Autorita’ indipendenti con 91.259 e dal personale cosiddetto non contrattualizzato, in particolare i magistrati (137.294). In fondo alla classifica, ma sempre prima della scuola, ci sono i ministeri».

Periodicamente i sindacati del pubblico impiego e della scuola scoprono l’acqua calda: nonostante le promesse mirabolanti dei vari governi, in particolare di Renzi, gli stipendi dei dipendenti pubblici sono sempre molto bassi. Fanno eccezione i magistrati, ma si tratta di una categoria privilegiata e protetta, che non risulta neppure responsabile, nella maggior parte dei casi, di errori anche gravi, per i quali quasi nessuna paga, difesa e sostenuta dalla sinistra, che in passato e ancor oggi ha beneficiato dell’eliminazione, per via giudiziaria, di molti avversari politici

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