Economia

Scuola, il neo ministro Fioramonti pronto a far ripartire il decreto Salva precari

"Se si vuole intervenire per garantire la continuità didattica e le immissioni in ruolo, bisogna ripartire da una riformulazione delle graduatorie d'istituto, ad esaurimento e di merito esistenti, programmando concorsi e corsi abilitanti ordinati", dichiara Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief

6 settembre 2019 - 15.05
(Teleborsa) - Il nuovo ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, ha espresso la volontà di approvare al più presto il decreto salva-precari, non prima però di averlo rimodulato perché a suo dire “presenta criticità”. Anief lo sostiene da tempo, ricordando che, così come era stato approvato in CdM, avrebbe stabilizzato solo il 10% del precariato storico, mentre nel frattempo sarebbero ancora rimasti a casa i vincitori dei precedenti concorsi, con il rischio concreto, di questo passo, di collocarli in pensione, dopo aver operato per l’educazione dei nostri giovani, senza mai essere entrati in ruolo.

Il decreto salva-precari, approvato un mese fa dal Governo con l’insolita formula del ‘salvo intese’, prevedeva l’indizione dei concorsi straordinari per i precari della scuola di primo e secondo grado, più quello ordinario per medie e superiori, dopo che per il primo ciclo si era arrivati al decreto in Gazzetta Ufficiale. Per la secondaria, si sarebbero riorganizzati, inoltre, i percorsi abilitanti attraverso l’attivazione dei Pas. Peccato che queste procedure, mai approvate in via definitiva, siano rimaste sulla carta. Oltre a contenere delle soluzioni fortemente insufficienti.

“Quelle indicate nel decreto salva-precari erano disposizioni per nulla risolutive – dichiara Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief -. Basta andarsi a vedere che fine hanno fatto tantissimi vincitori di concorso, anche riservato, degli ultimi dieci anni. Se si vuole intervenire per garantire la continuità didattica e le immissioni in ruolo, bisogna ripartire da una riformulazione delle graduatorie d'istituto, ad esaurimento e di merito esistenti, programmando concorsi e corsi abilitanti ordinati.

Se il precariato ha assunto una mole mai vista, non può essere vinto con strategie ordinarie. È bene che il ministro Fioramonti questo lo sappia e glielo diremo al primo incontro: i precari rimarranno in eterno, ad esempio, se ci sono decine di migliaia di posti con furbizia collocati in organico di fatto, perché pur essendo vacanti e disponibili permettono allo Stato di risparmiare sul pagamento dei mesi estivi, sulle ricostruzioni di carriera e sugli scatti di anzianità automatici. Vanno, piuttosto, creati dei posti ulteriori, per potenziare l’insegnamento e ancora prima l’orientamento scolastico nelle aree più a rischio abbandoni e con un’alta presenza di alunni difficili e stranieri. Dopo aver creato le condizioni per assorbire i precari, nel decreto da approvare vanno previste delle modalità che permettano di non fermarsi ai già annunciati interventi per stabilizzare i supplenti storici, entrati nel mirino della Commissione UE, utilizzando appieno il doppio canale di reclutamento parallelo alle graduatorie di merito, da utilizzare, a domanda, anche su scala nazionale per assumere gli attuali vincitori e GaE, assorbendo le attuali GaE, e proseguendo con immissioni in ruolo da graduatorie d’istituto provinciali, con corsi abilitanti ordinari per il personale di terza fascia e concorsi aperti ai giovani laureati, senza dimenticare di confermare nei ruoli chi è stato assunto con riserva e ha superato l'anno di prova”.
Servizio a cura di Teleborsa

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