L’educazione civica è destinata a non partire, almeno per quest’anno. Il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione ha infatti bocciato l’idea di un anno sperimentale per l’introduzione dell’insegnamento, come apprende l’Ansa. Il parere negativo è stato espresso all’unanimità. La legge che introduce la materia, che ha avuto il via libera dal Senato lo scorso primo agosto, entrerà quindi in vigore nell’anno scolastico 2020/2021. L’ex ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, infatti, aveva predisposto una bozza di decreto per consentire l’avvio dell’insegnamento quest’anno, ma il Cspi doveva esprimere il proprio parere, obbligatorio ma non vincolante. Ora il ministero potrebbe comunque decidere di proseguire con l’iter, ma mancherebbero comunque, come denunciano le associazioni di insegnanti e lo stesso Cspi, i docenti formati, nonché una modifica dell’orario curriculare, ancora previsto a 33 ore.

Sulla vicenda, però, ha fatto chiarezza il neo ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti (M5s): “Sentirò a breve associazioni di dirigenti, docenti e studenti – ha fatto sapere il titolare del Miur – per discutere con loro della possibilità di avviare una seria programmazione a partire da gennaio 2020 (con tanto di fondi aggiuntivi in Legge di Bilancio), per fare quello che il precedente ministro non aveva fatto, cioè preparare in modo efficace le scuole nell’ottica dell’introduzione dell’Educazione civica nel settembre 2020, come previsto dalla legge“.

Il mancato avvio per questo anno scolastico era dovuto a un blocco dell’iter legislativo. La norma, infatti, non era stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale entro il 16 agosto, rendendo di fatto impossibile l’avvio dell’insegnamento con l’inizio del nuovo anno scolastico. Dovendo aspettare il periodo di 15 giorni di vacatio legis, infatti, venivano meno i tempi utili alla definitiva entrata in vigore entro il primo settembre. Un impasse che viale Trastevere aveva, appunto, tentato di aggirare avviando una procedura urgente per l’approvazione del decreto. A segnalare l’anomalia era stata l’Anief. L’insegnamento dell’educazione civica, secondo il testo approvato dal Parlamento, doveva partire attraverso una sperimentazione nazionale in tutte le scuole di primo e secondo grado del sistema nazionale di istruzione, da quest’anno.

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