14 settembre 2019 - 08:50

Venezia, mancano 11 insegnanti: la scuola di Musile resta chiusa

«Cattedre vuote, non avevamo scelta». E sui disabili esclusi avviati accertamenti

di Matteo Riberto

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VENEZIA Le scuole del Veneto hanno iniziato l’anno scolastico con circa il 40 per cento delle cattedre di sostegno vacanti. Lo comunica l’ufficio scolastico regionale, che però al momento sta ancora verificando l’allarme lanciato dall’assessore regionale all’istruzione Elena Donazzan secondo la quale, a causa delle carenze d’organico, alcuni istituti avrebbero chiesto alle famiglie con bambini affetti da disabilità di tenere i loro figli a casa. «Non escludo che possa essere successo e sarebbe molto grave – dice Augusta Celada, direttore dell’ufficio scolastico regionale – abbiamo contattato i dirigenti scolastici per avere chiarimenti e verificare, ma al momento non abbiamo ancora riscontri. Qualche docente, in assoluta buona fede, potrebbe aver suggerito alle famiglie di tenere a casa il figlio perché non c’era l’insegnante dedicato ma al momento non posso sbilanciarmi».

Primo giorno di scuola in Veneto (foto Errebi)
Primo giorno di scuola in Veneto (foto Errebi)

L’ufficio scolastico

La mancanza di insegnati comuni e docenti di sostegno è comunque enorme (l’ufficio scolastico parla appunto di un 40 per cento di cattedre di sostegno vacanti che verranno comunque coperte a breve con i supplenti) tanto che diversi istituti stanno proponendo orari ridotti. Ma ci sono anche dei casi-limite: oggi, sabato 14 settembre, la primaria «De Amicis» di Musile di Piave rimarrà chiusa. «Ci mancano quattro insegnati comuni e sette di sostegno – spiega la vicepreside Paola Toffolo – nei giorni scorsi abbiamo garantito l’orario pieno ma con il numero di docenti attualmente a disposizione non riuscivamo a rimanere aperti anche sabato. Le nostre segreterie stanno comunque lavorando tantissimo per trovare i supplenti e la prossima settimana ripartiremo a pieno regime».

La situazione

Ma la «De Amicis» non è l’unica scuola affetta dalla carenza di docenti. «In Veneto sono 9.793 i posti di sostegno – precisa Sandra Biolo, segretario regionale Cisl Scuola – ma il primo giorno le scuole sono partite con circa la metà delle cattedre scoperte». Una situazione che investe tutte le province. Ad esempio, a Venezia - sottolinea la Cisl - sono 1.659 i posti di sostegno ma al momento ne mancano circa settecento: quasi cinquanta all’infanzia, trecento alle primarie, 150 alle medie e duecento alle superiori. A causa dei buchi molte scuole hanno quindi proposto l’orario ridotto, chiedendo ai docenti di sostegno presenti di seguire più alunni.

Gli insegnanti di sostegno

«Ci manca circa la metà degli insegnanti di sostegno – spiega Emanuela Cecchettin, dirigente scolastico dell’Istituto superiore Gritti Foscari di Mestre – abbiamo proposto orari ridotti e gli insegnanti di sostegno hanno fatto un bilanciamento della situazione garantendo copertura a tutti gli alunni ma prevedendo più attenzione per le situazioni più gravi». La carenza ha messo in difficoltà tantissime scuole. E alcune avrebbero addirittura chiesto alle famiglie di lasciare i loro figli a casa, come segnalato dall’assessore regionale. L’uscita di elena Donazzan ha preso in contropiede anche i sindacati. «Non abbiamo ricevuto segnalazioni di casi simili – assicura Sandra Biolo – ma se una scuola lasciasse fuori un alunno con disabilità incorrerebbe in gravi ritorsioni perché è ovviamente vietato dalla legge». Lo stesso sostiene la sigla Anief: «Le scuole hanno avuto diverse difficoltà a seguire gli alunni con disabilità – ribadisce la presidente regionale, Rita Fusinato – ma non sappiamo di studenti lasciati a casa». E Stefano Micheletti (Cobas) assicura: «Se fosse vero sarebbe gravissimo».

L’associazione «Famiglie e abilità»

L’associazione «Famiglie e abilità» assicura che il problema esiste, e sta mettendo in difficoltà diverse famiglie del Veneto: «Sappiamo di genitori che hanno dovuto rinunciare a mandare a scuola i propri figli, che soffrono di disabilità gravi, proprio perché l’istituto era in grado di garantire una copertura molto limitata da parte delle insegnanti di sostegno. Speriamo - conclude la referente, Alessandra Boran - che la situazione torni presto alla normalità».

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