(ANSA) - PALERMO, 19 SET - Nell'Unione Europea i contratti a
tempo indeterminato full time sono scesi dal 62% nel 2003 al 59%
nel 2014; la percentuale di contratti a tempo determinato è del
7%; lavoro temporanei/a termine, part time e freelance/autonomi
rappresentano rispettivamente l'1,5%, il 7% e il 10%
dell'occupazione totale. Il 4% dei cittadini dell'Unione Europea
ammette di aver svolto un lavoro non in regola/in nero negli
ultimi 12 mesi (2016). In Italia, per il centro studi Anief, la
situazione è ancora più drammatica nella scuola dove i dati sono
doppi rispetti a quelli rilevati in Europa (13/15%): si è
passati per il solo personale docente da 115 mila supplenze
annuali o al termine delle attività didattiche nell'anno
scolastico 2010/2011 alle attuali 205 mila e ai 40 mila del
personale Ata, con l'eliminazione della figura del ricercatore a
tempo indeterminato.
Sono i dati del sondaggio di 'Eurofound' illustrati nel
pomeriggio, nel corso della conferenza di Palermo, finanziata
dalla Commissione Europea, che si svolgerà fino a domani sul
tema "Lavoro precario, dotare i sindacati delle capacità
necessarie per raccogliere nuove sfide", promossa dalla Cesi, la
Confederazione europea dei sindacati indipendenti che
rappresenta 5 milioni di dipendenti e dirigenti del lavoro
pubblico e privato. Si tratta del primo di una serie di incontri
che si svolgeranno anche in altri Paesi europei e si concentrerà
sulla questione dell'aumento del lavoro precario entro i confini
dell'UE e in diversi settori. Presenti a Palermo, tra gli altri
rappresentanti, anche il presidente di Cesi, Romain Wolff, e
Marcello Pacifico, vicepresidente Accademia Europa Cesi e
presidente Anief. (ANSA).