"La scelta di organizzare un
convegno sul lavoro precario a Palermo è una scelta simbolica
perché con la Cesi vogliamo iniziare una riflessione a livello
comunitario sul problema del precariato". Lo ha detto a Palermo
Marcello Pacifico, vice presidente Accademia Cesi e presidente
Anief, a margine del convegno, in programma fino a domani, sul
tema "Lavoro precario - dotare i sindacati delle capacità
necessarie per raccogliere nuove sfide".
"Eurofound - ha aggiunto Pacifico - ci ha detto che abbiamo
più del 7 per cento di personale precario in Europa tra
contratti atipici, contratti a tempo determinato contratti di
collaborazione saltuaria e noi vogliamo fare delle riflessioni
sull'esperienza maturata da ciascuna sigla sindacale aderente al
Cesi, che rappresenta cinque milioni di dipendenti del pubblico
impiego e del privato per arrivare anche ad attuare quello che
ci dice l'Europa con una recente risoluzione. Infatti - ha
proseguito Marcello Pacifico - il Parlamento europeo ha chiesto
agli stati membri di adottare tutte quelle misure legislative
per combattere ancora con più forza il fenomeno della precarietà
dei rapporti di lavoro sia nel pubblico che nel privato".
In Italia, uno dei settori con il maggior numero di precari è
quello della scuola pubblica. "Negli ultimi dieci anni - ha
sottolineato Pacifico - il precariato nella scuola è raddoppiato
da 100mila a 200mila supplenti, nonostante le tantissime
immissioni in ruolo autorizzate. Su 180mila immissioni in ruolo
ne sono state fatte soltanto 90mila perché il sistema di
reclutamento adottato dalla politica negli ultimi anni è stato
sbagliato. Abbiamo già incontrato il ministro Fioramonti e
abbiamo dato delle soluzioni da inserire nel prossimo decreto
che vogliamo chiamare 'salva-scuola' piuttosto che
'salva-precari' perché l'importante è che la scuola funzioni per
il bene di tutti studenti, famiglie, docenti, personale Ata".
"Il nostro piano - ha spiegato Pacifico - è semplice:
stabilizzare il personale Ata, assumere i docenti dalle
graduatorie d'istituto da cui vengono chiamati come supplenti e
si risolverebbe tutto con la copertura delle cattedre ancora
scoperte e comincerebbe a dare un segnale inverso rispetto alla
tendenza degli ultimi anni. Il problema non è solo italiano è
anche europeo, ma va detto che più della metà delle sentenze
della Corte di giustizia europea sul precariato e sulla
violazione della direttiva comunitaria riguarda l'Italia, ecco
perché partiamo dall'Italia e a maggior ragione dalla Sicilia
dove c'è il più alto tasso di precarizzazione", ha concluso
Pacifico".
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