venerdì 20 settembre 2019
La mancanza di docenti costringe tanti alunni disabili a restare a casa. dei 165mila docenti di sostegno (su 245mila alunni con disabilità), ben 65.890 sono posti in deroga
Allarme insegnanti di sostegno. La campanella non è ancora suonata
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La scuola è iniziata, ma non per tutti. La mancanza di insegnanti di sostegno, costringe tanti alunni disabili a restare a casa. Anzi, come denunciato dalle associazioni, ma anche da alcune istituzioni, come la Regione Veneto, sono le stesse scuole a chiedere alle famiglie di tenere a casa i figli disabili, perché non saprebbero come gestirli. «È un disastro», tuona Salvatore Nocera, esperto di inclusione scolastica della Fish, la Federazione per il superamento dell’handicap. Il problema è la mancanza di insegnanti di sostegno qualificati, che costringe i dirigenti a nominare docenti non specializzati. «Sono circa un terzo del totale e oltre la metà non è di ruolo», ricorda Nocera, rilanciando la questione del «mancato collegamento tra Ministero e Università», cui spetta il compito di organizzare la formazione degli insegnanti di sostegno. «I docenti formati dagli atenei sono in numero molto inferiore al fabbisogno reale delle scuole», sottolinea Nocera.
Un dato che si ripercuote, in negativo, sulle procedure di assunzione degli insegnanti di sostegno. Come ricorda un dossier della Cisl Scuola, diffuso per l’avvio del nuovo anno scolastico, delle 14.593 assunzioni autorizzate per il 2019-2020, ne sono state effettivamente realizzate meno di 2.500. Inoltre, dei 165mila docenti di sostegno (su una popolazione scolastica di 245mila alunni con disabilità), ben 65.890 sono posti in deroga, ad incremento cioè della dotazione assegnata in organico di diritto. Problema che diventa sempre più grave di anno in anno (i posti sul sostegno in deroga erano 28.863 nel 2014-2015), «segno – si legge nel dossier della Cisl Scuola – di un fabbisogno che aumenta e che rende sempre più marcata la carenza di personale specializzato».
Stando alle stime del sindacato autonomo Anief, sarebbero almeno 30mila gli insegnanti di sostegno specializzati, che però «non possono essere assunti, perché soltanto un posto autorizzato su dieci è andato in ruolo».
La condizione di precarietà di tanti insegnanti di sostegno, costretti quindi a cambiare scuola ogni anno, se non più volte durante l’anno stesso, si riflette sulla necessaria continuità didattica, sempre invocata ma molto di rado effettivamente praticata, almeno per quanto riguarda gli alunni con disabilità. Secondo l’ultimo report dell’Istat, relativo all’anno scolastico 2017-2018, il 41% degli studenti ha cambiato insegnante rispetto all’anno precedente, mentre il 12% lo ha cambiato nel corso dell’anno scolastico. Inoltre, il 5% delle famiglie di alunni con sostegno ha presentato negli anni un ricorso al Tar per ottenere l’aumento delle ore, ricorda l’Istituto di statistica. Una percentuale che, al Sud è addirittura doppia rispetto al Nord.
Sulle «tante inadempienze» che stanno caratterizzando quest’avvio di anno scolastico, interviene anche Ileana Argentin, parlamentare e presidente dell’associazione Aida onlus, che ha scritto una lettera aperta ai presidenti Mattarella e Conte, ma anche a Zingaretti e Di Maio, sollecitandoli a «superare le difficoltà per dare pari opportunità a tutti gli alunni». «Non cominciamo con il solito teatrino delle risposte mancate – ammonisce Argentin –. Il ministero competente e gli enti locali facciano il loro dovere».

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