Home Disabilità Docenti di sostegno, i conti non tornano: uno ogni tre alunni

Docenti di sostegno, i conti non tornano: uno ogni tre alunni

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Il ministero dell’Istruzione non riesce a fronteggiare il crescente numero di alunni disabili, praticamente raddoppiati negli ultimi 20 anni, arrivando a circa 300mila: al loro incremento esponenziale, al ritmo di oltre 10 mila unità l’anno, non vi è stato un adeguato aumento di insegnanti di sostegno, che da un paio d’anni sono fermi a 100.080 unità in organico di diritto. Così, è lievitato a dismisura il numero di posti in organico di fatto, passati in soli quattro anni, tra il 2014 e il 2018 da 28.863 a 65.890. E anche quello delle supplenze, perché le assunzioni in ruolo sono sempre più difficoltose da realizzarsi, anche se già finanziate, con i posti avanzati che finiscono nel “calderone” delle nomine a tempo determinato, che quest’anno potrebbero superare quota 80 mila.

Gli effetti negativi

Cosa significa tutto questo? Sicuramente disservizi. Con scarsa continuità didattica. E assegnazione dei supplenti sempre più difficoltose. Con famiglie esasperate che arrivano a compiere il gesto che non ti aspetti: il ritiro del figlio da scuola.

È quello che accaduto a Federica, la 19enne della provincia di Sassari con disabilità mentale che la madre ha deciso di ritirare dalla scuola che frequentava perché a quasi un mese dall’inizio di scuola è ancora senza insegnante di sostegno: la madre ha detto all’Ansa che “forse lunedì (il 7 ottobre ndr) ci sarà l’insegnante di sostegno, e che in ogni caso la mia ragazza non sarà lasciata sola”. “Ma i ‘forse’ non mi bastano più. Mi dicono queste cose dall’inizio dell’anno scolastico, e in un mese nulla è cambiato. Lo ripeto, riporterò mia figlia a scuola solo se e quando saranno garantiti i suoi diritti. E avere l’insegnante di sostegno è un suo diritto. Io non sono più disposta a lasciarla abbandonata su una sedia per tutta la mattina, a guardare gli altri ragazzi che fanno lezione”.

Anp: sì a misure assunzionali serie

“Il caso – ha fatto sapere l’Anp, Associazione nazionale dirigenti e alte professionalità della scuola – è emblematico di una inadeguata modalità di gestione delle risorse umane che, purtroppo, sembra immodificabile da parte del Miur. L’Anp ribadisce, ancora una volta, che il problema deve essere risolto con misure assunzionali serie, strutturali e tempestive”.

“Affinché le scuole siano – come devono essere – il luogo per eccellenza della solidarietà e dell’inclusione è assolutamente necessario che siano dotate delle professionalità necessarie. Altrimenti – ha concluso il sindacato – corriamo il rischio di dover presto commentare altri casi analoghi”.

Gissi (Cisl): speriamo in Conte

Anche secondo Maddalena Gissi, segretaria nazionale Cisl Scuola, è sempre più “necessario un piano assunzionale straordinario”, perché “quest’anno ancora una volta si nota come non sono state praticamente assegnate immissioni in ruolo perchè non c’è personale specializzato nel sostegno. I posti allora vengono assegnati alle graduatorie di seconda fascia che, al loro interno, non hanno però personale specializzato”.

“Ho accolto bene – ha detto Gissi – l’affermazione di Conte che si è riferito ai precari che insegnano nel sostengo definendoli come organici alla scuola: facciamo un passo in più – chiede – e aggiungiamoli alle assunzioni già programmate”.

Niente assistenti all’autonomia e alla comunicazione

Sulla vicenda ha detto la sua anche l’Anief, secondo cui “mancano gli insegnanti, gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione, i servizi per i trasporti. La Scuola sempre più a “pezzi”, ora perde anche gli alunni”.

Il suo presidente, Marcello Pacifico, ritiene che “la mancata copertura delle cattedre di sostegno è un problema complesso, che ha radici profonde e che nascono dalle scelte sbagliate del Miur e del legislatore. La madre di tutti i problemi rimane la decisione di cristallizzare gli organici ai livelli del 2006 con l’approvazione nel 2013 della Legge n. 128, senza tener conto del crescente numero delle iscrizioni”.

“Per colpa di quella legge non modificata dall’ultima riscrittura del decreto delegato sull’inclusione approvato ad agosto – conclude il sindacalista autonomo – quasi il 40% degli organici è in deroga, coperto da supplenze assegnate durante l’anno, mentre comunque la copertura richiesta dalla certificazioni è quasi sempre disattesa, per ragioni di bilancio”.