La Carta dei diritti e doveri delle persone con obesità

Mercoledì 9 Ottobre 2019
OBESITY DAY
Responsabilità, diritti e doveri, educazione, dialogo medico-paziente, gestione, prevenzione, ricerca, associazionismo responsabile, giovani e lotta allo stigma: 10 punti fondamentali per garantire e tutelare chi convive con seri problemi di peso. È la Carta dei diritti e dei doveri della persona con obesità che l'Adi, Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica, la sua Fondazione e l'Italian Obesity Network, Io-Net hanno sottoscritto alla Camera insieme ad altri 12 firmatari tra società scientifiche, associazioni di pazienti e cittadini, fondazioni e centri di ricerca attivi nella lotta all'obesità in Italia: Intergruppo parlamentare Obesità e diabete - Anci; Amici obesi; Cittadinanzattiva; Siedep; Simg; Sicob; Sie; Ibdo Foundation; Forisie e Open Italia; Sio; Iwa. Le sigle concordano sulla necessità di «interventi urgenti per trasformare i principi generali in diritti concreti e indicare le strade da seguire per tutelare la persona con obesità».
Con un appello. «L'obesità - sottolineano i rappresentanti dell'Adi e della sua Fondazione - è una malattia potenzialmente mortale, riduce l'aspettativa di vita di 10 anni, ha gravi implicazioni cliniche ed economiche, è causa di disagio sociale spesso tra bambini e gli adolescenti e favorisce episodi di bullismo. Eppure, l'Italia e l'Europa, sino ad oggi, hanno guardato altrove». «Per questo - spiegano - si richiede un impegno sinergico da parte delle istituzioni, delle società scientifiche, delle associazioni di pazienti e dei media che tuteli la persona con obesità e ne riconosca i diritti di paziente affetto da patologia».
LA CAMPAGNA
La Carta firmata in occasione della presentazione della 19.esima edizione dell'Obesity Day, la campagna di sensibilizzazione e prevenzione dell'obesità, promossa tutti gli anni il 10 ottobre dall'Adi, attraverso la sua Fondazione, vuole essere uno strumento per riconoscere l'obesità come malattia cronica caratterizzata da elevati costi economici e sociali; definire i ruoli degli specialisti che si occupano di tale patologia; assicurare alla persona il pieno accesso alle cure e ai trattamenti dietetico- alimentari, farmacologici e chirurgici e definire le prestazioni di cura e le modalità per il rimborso; promuovere programmi per la prevenzione dell'obesità infantile e per la lotta alla sedentarietà; incrementare un Piano nazionale sull'obesità condiviso con tutte le Regioni per sviluppare interventi basati sull'unitarietà di approccio e una migliore organizzazione dei servizi; tutelare la persona in tutti gli ambiti sociali, culturali e lavorativi, da fenomeni di bullismo e combattere lo stigma del peso.
LINGUAGGIO
«Se vogliamo porre fine allo stigma dell'obesità - afferma Antonio Caretto, presidente della Fondazione Adi - è importante adeguare il nostro linguaggio e i nostri comportamenti aumentando la consapevolezza, migliorando la conoscenza dell'impatto che la patologia ha sulla salute e tutelando i diritti della persona con obesità».
Il documento prende spunto dalla Dichiarazione universale dei diritti umani; dalla Costituzione italiana dalla Carta europea dei diritti del malato; dallo Studio Action-io; dalla roadmap elaborata da Open Italia (Obesity Policy Engagement Network) e dalle raccomandazioni della World Obesity Federation per la lotta allo stigma e alla discriminazione della persona con obesità. «La Carta, richiamandosi ai diritti della persona, si appella - sottolinea Giuseppe Fatati, presidente Io-Net - al principio di uniformità delle azioni in essa contenuta affinché vengano applicate e rispettate su tutto il territorio nazionale. Inoltre candida le associazioni e le società scientifiche a un ruolo di controllore di queste azioni, attraverso una attività di advocacy, perché i diritti delle persone con obesità sono gli stessi dei diritti umani e sociali delle persone senza obesità».
«Per affrontare la malattia è necessario investire sulla formazione, sull'ampliamento e sul coordinamento delle organizzazioni sanitarie del Paese affinché vengano offerti ai pazienti cure e trattamenti appropriati e omogenei su tutto il territorio - aggiunge Giuseppe Malfi, presidente Adi -. Non tutte le strutture sanitarie sono ancora dotate di centri di dietetica e nutrizione clinica, mentre tra quelle esistenti sono rari i casi di reale interdisciplinarità degli ambiti medici. Solo riconoscendo l'obesità come malattia possiamo rendere omogenea l'assistenza sanitaria e abbattere le barriere dei sensi di colpa, dei pregiudizi socio-culturali».
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