Milano (Sonia Oliva) – Prende il via domani, giovedì 10 ottobre, in tutt’Italia la Campagna Nazionale per la Prevenzione dell’Obesità e del Sovrappeso, per cui sarà la “Obesity Day”, ovvero la giornata degli ospedali aperti. Venerdì, invece, sarà celebrato il World Obesity Day, ovvero il giorno dell’obesità, che è una vera e propria malattia e come tale va trattata. In occasione dell’Obesity Day, l’iniziativa di sensibilizzazione per la prevenzione dell’obesità e del sovrappeso, saranno più di 500 gli specialisti dell’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (ADI), impegnati su tutto il territorio nazionale in ospedali e ambulatori, per dare informazioni e consulenze nutrizionali. La campagna Obesity Day, promossa con cadenza annuale da 18 anni, grazie alla Fondazione ADI e IO-Net, culmina ogni anno con la giornata del 10 ottobre, collegata al World Obesity Day.
“L’Obesità è una malattia da affrontare in maniera integrata. In Italia più di una persona su tre è in sovrappeso. Obesa una persona ogni dieci. Diabetica una ogni 20 e oltre il 66,4% di chi è affetto da diabete di tipo 2 è solitamente sovrappeso oppure obeso – sottolinea Giuseppe Fatati (al centro nella foto a lato), Presidente Italian Obesity Network Io-Net -. L’obesità è una patologia endemica i cui interventi di prevenzione attuati sino ad ora si sono rivelati inefficaci perché basati sulla responsabilità dei singoli e in quest’ottica – prosegue il Presidente – il soggeto ingrassa perché non rispetta le regole. Al contrario, gli esperti concordano sul fatto che l’obesità, definita un accumulo di grasso corporeo eccessivo in relazione alla massa magra, sia una condizione complessa derivante dall’interazione di fattori genetici, psicologici e ambientali. In molti casi, oltretutto, la persona con obesità è anche vittima di stigma sociale e mediatico con un conseguente peggioramento della qualità di vita. L’obesità va considerata una priorità nazionale a livello sanitario, politico, clinico, sociale considerando che è una malattia altamente disabilitante e necessita di un piano nazionale specifico”.
L’edizione di quest’anno, è stata anche l’occasione per presentare, oltre alla Campagna “Io vorrei che…”, il cui fine è quello di coinvolgere e sensibilizzare le istituzioni sull’urgenza di applicare misure per ridurre l’impatto dell’obesità nel nostro Paese, anche la Carta dei diritti e dei doveri della persona con obesità. Un documento, quest’ultimo, sottoscritto dalle più importanti società scientifiche nazionali per tutelare e responsabilizzare le persone obese. “L’articolo n. 32 della Costituzione Italiana, la Carta Europea dei Diritti del Malato, il Manifesto dell’Italian Obesity Network, la Milano Declaration sono parte integrante della Carta, che ha l’obiettivo – si legge nel programma – di evidenziare che i diritti umani e sociali delle persone con obesità sono gli stessi delle persone senza obesità. Tale dato deve essere considerato obiettivo primario delle azioni di governo a livello nazionale e regionale che devono considerare l’obesità come una malattia”.
“Tra gli obiettivi dell’Obesity Day – sottolinea Giuseppe Fatati – c’è la necessità di far emergere il problema dello stigma sull’obesità, cioè la disapprovazione sociale. Uno degli aspetti che, attraverso stereotipi, linguaggi e immagini inadatte, ritraggono l’obesità in modo impreciso e negativo. Sono ancora troppe – spiega Fatati – le persone, le istituzioni e anche parte del mondo medico ad avere una visione superficiale del problema”.
Lo stigma del peso si riferisce ai comportamenti e agli atteggiamenti negativi che sono rivolti alle persone, unicamente a causa del loro peso. L’obesità è una malattia cronica recidivante che trascina con sé diverse complicanze gravi e disabilitanti. Secondo L’OMS (Organizzazione Mondiale della sanità), nel mondo, le persone in sovrappeso sono circa 1,5 miliardi di cui 200 milioni di uomini e 33 milioni di donne sono obesi. Entro il 2020, secondo le proiezioni, gli adulti in sovrappeso saranno 2,5 miliardi di cui 700 milioni obesi e ci saranno più bambini e adolescenti obesi che sottopeso.
In Italia, i 6 milioni di obesi del 2001, sono aumentati del 10%. Dati allarmanti se si pensa che, di questi, 500.000 adulti rientrano oltretutto tra i grandi obesi e che l’OMS parla di epidemia globale. Non va meglio per l’obesità infantile che ha toccato il 21%: 1 bambino su 4 è in sovrappeso e 1 su 8 è obeso.
“È necessario informare gli utenti e fare prevenzione sul tema dell’obesità e del sovrappeso visto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito la diffusione di tali condizioni come un’epidemia globale. L’accumulo eccessivo di grasso corporeo, infatti, è un fattore di rischio – sottolinea la dottoressa Michela Barichella (nella foto a lato), Responsabile della Nutrizione Clinica dell’ASST Gaetano Pini-CTO – per lo sviluppo di numerose patologie quali diabete mellito tipo 2, ipercolesterolemia e ipertrigliceridemia, steatosi epatica, ipertensione arteriosa, malattie cardiovascolari, sindrome delle apnee notturne e osteoartrosi”.
L’azienda Socia-Sanitaria Pini, punto di riferimento per l’ortopedia, la riabilitazione specialistica, la reumatologia e la neurologia a livello nazionale, insieme a molti altri presidi ospedalieri, aderisce all’Obesity Day. Dalle 9.30 alle 13.00 le dietiste della Nutrizione Clinica, saranno a disposizione dei cittadini per calcolare gratuitamente l’indice di massa corporea dando consigli e suggerimenti.
“In particolare, le donne – dice la dottoressa Michela Barichella – in tutte le fasce d’età devono seguire un corretto stile di vita che preveda il controllo del peso, l’attività fisica e un regime alimentare vario ed equilibrato. Nello specifico, è importante valutare che il proprio peso sia corretto utilizzando l’indice di massa corporea, IMC o BMI, e praticare almeno due volte alla settimana un’attività motoria programmata, oltre a seguire le sane abitudini di muoversi a piedi o di usare le scale. Bisogna inoltre ricordare che una giusta quota proteica e le vitamine rimangono un punto fondamentale per la salute e il benessere, soprattutto se abbinato ad attività motoria quotidiana. E questo vale sia per gli uomini che per le donne”.
Col sovrappeso e l’obesità non si scherza. Ogni anno, solo in Italia, muoiono 57.000 persone. 1.000 a settimana. 150 al giorno. Una persona ogni 10 minuti.
I consigli della nutrizionista per controllare il peso
Non utilizzare il termine “dieta”
Il termine dieta deriva dal greco daita ossia regime di vita. Nell’immaginario soggettivo invece a questo termine viene dato il valore di privazione e/o astensione, dal consumare determinati alimenti soprattutto quelli più buoni. Racchiude un concetto di forte negatività per chi deve modificare il proprio stile di vita. Il successo di qualunque intervento sui comportamenti alimentari, è legato alla capacità del dietologo clinico di trasmettere presupposti positivi e non costrittivi. È importante evitare la frase” deve stare a dieta”, che può essere vissuta come un ordine che implica una minaccia e quindi genera resistenza.
Darsi obiettivi raggiungibili
Il primo passo può essere quello di “rientrare” negli ultimi jeans che avete appena abbandonato e poi proseguite per passi graduali. Non usate in modo maniacale la bilancia: è più pratico controllare la taglia dei vestiti o i buchi della cintura. È utile per la salute un dimagramento lento (circa 500 gr\settimana), ottenuto con una riduzione dell’introito alimentare non eccessivamente rigido, ma prolungato.
Fare movimento
Molto spesso la pigrizia ha la meglio sulla scelta di iscriversi in palestra o fare altre attività. Per ovviare a questa mancanza bisogna prediligere esercizi che siano fattibili in qualsiasi momento e che non richiedano attrezzature particolari, come per esempio camminare a passo svelto almeno 45 minuti, un paio di volta alla settimana.
Attenzione ai condimenti
Il nostro olio d’oliva è ottimo, ma ne basta un cucchiaio a pasto. Ogni tanto si può scegliere anche il burro, ma un panetto non più grande di una zolletta di zucchero.
Non saltare i pasti
Primo pasto della giornata a cui non bisogna rinunciare è la colazione. Diversi studi dimostrano che il consumo regolare di una prima colazione è associato a una riduzione del rischio di sviluppare obesità, eventi cardiovascolari e diabete. Proseguire poi la giornata aggiungendo altri due pasti e due spuntini. Mangiare quindi poco e spesso, cercando di masticare con calma e sezionando il cibo in pezzi piccoli.
erdure a volontà e sì alla pasta, attenzione però alla frutta
Porzioni di pasta, pane o patate non eccessive e condite con moderazione aiutano il corpo a percepire la sensazione di sazietà, per questo non devono essere eliminati dalla dieta. Stesso discorso per la verdura: con poco condimento o senza se ne può mangiare fino a saziarsi. Lo stesso non vale invece per la frutta: non bisogna mangiare meno di due frutti al giorno, ma non più di 3 o 4. La frutta deve essere ben lavata e masticata. Può essere assunta anche con la buccia in modo da aumentare le fibre in circolo che aiutano a evacuare.
Ridurre l’alcol
Un bicchiere di vino o di birra ogni tanto non fa male. L’eccessivo consumo di alcool, invece, non aiuta il nostro corpo a eliminare i grassi. Ricordarsi invece di bere almeno due litri di acqua al giorno.
Introdurre il pesce nella dieta
Bisogna mangiare pesce almeno due volte alla settimana. È consigliabile assumere pesce fresco, ma per chi è impossibilitato ad acquistarne va bene anche il pesce surgelato, purché di qualità.
Porsi degli obiettivi raggiungibili
Il dimagrimento eccessivo e rapido è nocivo per la salute, tanto quanto l’essere in sovrappeso. L’ideale è perdere circa 500 grammi alla settimana. Ricordandosi che dieta, letteralmente, significa “regime di vita”, quindi è necessario non solo controllare i pasti e quindi il peso, ma anche non eccedere con le proibizioni e non vivere il momento della dieta come un periodo tragico, bensì come una sfida con se stessi per migliorare il proprio benessere.
Mantenere il dimagrimento
Una volta raggiunto lo scopo è importante mantenere il dimagrimento e quindi evitate le oscillazioni del peso (sindrome dello yo-yo). È meglio, infatti, un lieve soprappeso costante che delle fluttuazioni.
Masticare con calma e mettere in bocca pezzi piccoli di alimenti
Digerirete meglio, e soprattutto, resterete sazi più a lungo. La “dimensione” del boccone non dovrebbe superare il volume del pollice.
Sì alla dieta, ma con gusto
Ricordarsi che mangiare è un piacere e deve esserlo anche durante la dieta, per questo è consigliabile variare cibi e ricette e, quando possibile, sperimentare.
Rivolgersi sempre a uno specialista
Le diete fai da te possono essere molto dannose per la salute. Bisogna sempre farsi seguire da uno specialista che va scelto con attenzione, valutando se l’approccio del professionista alla dieta tiene conto delle specificità di ogni persona.