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Concorso straordinario per i docenti precari l’Anief presenta ricorso

Laura Berlinghieri
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A pochi giorni dall’ottenimento del via libera al Decreto Scuola da parte del Consiglio dei Ministri, l’Anief (Associazione nazionale insegnanti e formatori) fa la voce grossa, promettendo battaglia. Una sfida lanciata al Ministro Fioramonti che, con ogni probabilità, si concretizzerà in un ricorso contro il bando non appena questo sarà pubblicato. A esporre la posizione è la vice presidente regionale Lucilla Rovetto. «Siamo l’unico sindacato che non plaude al Decreto Scuola. Tuteleremo i precari, come abbiamo sempre fatto», assicura, «Stiamo studiando il testo e probabilmente faremo ricorso: questo decreto non risolve il problema della “supplentite”, anzi prolungherà la condizione di precarietà dei docenti».

Molte le questioni nel mirino di Anief. A partire dall’apertura del concorso straordinario ai soli docenti che abbiano insegnato in una scuola statale per 3 degli ultimi 8 anni, e almeno uno nella classe di concorso per cui parteciperanno. «Non è concepibile che il servizio presentato prima del 2011 non sia valido. Né siamo d’accordo con i 36 mesi di servizio, ne sarebbero stati sufficienti 24», prosegue Rovetto.

Ma a preoccupare il sindacato è soprattutto la condizione degli insegnanti magistrali, ovvero i maestri delle scuole dell’infanzia e primaria, senza laurea o comunque non laureati in Scienze della formazione. In Veneto, già licenziati a centinaia con due sentenze del Tar, a cui ne seguiranno altre. «Docenti di ruolo licenziati e tornati nel precariato. E siamo in attesa di nuovi licenziamenti», spiega il vice presidente dell’Anief.

Le assunzioni ci sono state, ma i numeri sanno di beffa. «Le graduatorie sono due: quella del concorso del 2016 che è esaurita, e quella del concorso straordinario», continua Rovetto, «In Veneto ci sono state appena 300 assunzioni per lo straordinario, a fronte degli oltre 3mila precari». Per Anief, dunque, il Decreto Scuola è tutto da bocciare: troppi precari, troppi pochi posti e nessun accenno alla questione dei maestri senza laurea. Accuse destinate a trovare concretizzazione prossimamente in un’aula di tribunale. —

Laura Berlinghieri

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