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Maestri da Venezia a Roma per evitare i licenziamenti

L.B.
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VENEZIA. Sono una quarantina, la maggior parte di Venezia, le maestre magistrali del Veneto che ieri mattina hanno deciso di scioperare, per aderire al sit-in mattutino, in piazza Montecitorio a Roma, promosso da Anief.

Temono per il loro futuro: con le sentenze del Consiglio di Stato (alcune arrivate, un’altra potrebbe arrivare a marzo) attese come una spada di Damocle, che verosimilmente porteranno al licenziamento delle maestre senza laurea. A Venezia, nessun insegnante ha fatto sciopero alla primaria Zambelli, mentre un paio vi hanno aderito all’istituto comprensivo Morosini. Numeri che trovano corrispondenza anche nella terraferma: con i due insegnanti che hanno “incrociato le braccia” all’Ic Giulio Cesare, altrettanti alla Trentin, mentre alla Don Milani solo un docente ha aderito allo sciopero. Regolari le lezioni anche all’Ic Da Vinci, dove la partecipazione è stata molto bassa. Più importante, invece, la mobilitazione in provincia: cinque i docenti che hanno scioperato alla primaria Elsa Morante di Oriago, “non consentendo” ad alcune classi di fare lezione. Tra queste ultime insegnanti, la maestra magistrale Michela Bortoletto, scesa a Roma a manifestare. «Io e i miei colleghi abbiamo trascorso anni nel precariato. Finalmente abbiamo ottenuto il ruolo quattro o cinque anni fa: chiediamo di mantenerlo». «In Veneto la situazione è drammatica. A versare in questa condizione sono tremila insegnanti, senza alcuna garanzia. A marzo, probabilmente saremo licenziate. Altre, poi, le richieste di Anief: l’apertura del concorso straordinario anche agli insegnanti delle scuole dell’infanzia e della primaria, riconoscere il servizio prestato nelle paritarie e validare il servizio prestato nel sostegno per l’accesso alla specializzazione. —

L.B.

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