rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Scuola

Scuola, l'esercito che si perde “per strada”: uno studente su quattro non arriva alla maturità

Secondo gli ultimi dati sulla dispersione scolastica, su mezzo milione di iscritti ad un corso di scuola secondaria, soltanto 325mila arrivano all'esame finale

Su quasi mezzo milione di studenti che si iscrivono ad un corso di una scuola secondaria di secondo grado, soltanto 325mila arrivano al traguardo dell'esame di maturità, gli altri 175mila si perdono invece per strada, abbandonando gli studi prematuramente. Molti di loro lasciano già nel corso del primo biennio. Sono i numeri contenuti nel report sulla dispersione scolastica sono prodotti da Tuttoscuola, sito in cui si spiega che ''negli ultimi 10 anni 1,8 milioni di studenti hanno abbandonato la scuola prima di sostenere l'esame di maturità (e negli ultimi 20 anni addirittura 3,5 milioni)''. Alle superiori, dunque, il tasso di dispersione è di circa il 24%, mentre la media complessiva, considerando tutti gli ordini scolastici, è tra il 14% e il 15%.

Scuola, la dispersione nelle Regioni 

Sono ancora tanti i giovani che non arrivano al diploma superiore, ma le percentuali di abbandono precoce dei banchi delle superiori è fortemente variegata, con il Centro-Sud ancora a pagare il conto più salato: ''rispetto a quella media nazionale, la situazione delle province italiane è notevolmente differenziata: va infatti dal 10,9% della provincia di Grosseto al 42,9% di quella di Nuoro. Nella top ten della minor dispersione, dopo la provincia di Grosseto, c'è quella di Cosenza con il 13,7% di tasso di dispersione, seguita da Frosinone (13,8%), Perugia e Benevento (15,1%), Avellino (15,5%), Udine (16,2%), Pesaro Urbino e L'Aquila (16,7%) e Terni (16,8%)''.

La situazione è da allarme rosso, se solo si pensa che l'UE chiede di fermarsi al 10% entro la fine del 2020: ''È come se ogni anno fosse sparita dai banchi di scuola una città grande come Modena'', spiega la rivista specializzata. Il fenomeno è sottovalutato, visto che contro la dispersione lo Stato continua a mantenere una linea di sostanziale indifferenza, salvo qualche estemporaneo progetto nazionale sovvenzionato con risorse modeste. 

Scuola, il costo della dispersione

E le conseguenze, alla lunga, si riversano contro lo stato sociale. A calcolarlo è sempre Tuttoscuola, sulle cui pagine si spiega che tutto questo ha ''un costo enorme: in media 2,7 miliardi di euro l'anno. E l'emorragia continua: se non interveniamo subito, oltre 100mila studenti appena iscritti alle superiori potrebbero non arrivare al diploma. In un video, pubblicato sul portale e di cui ha fornito un'anticipazione anche L'Espresso, la rivista specializzata spiega che l'unica ''soluzione alla catastrofe annunciata della dispersione scolastica'' è garantire ''più istruzione. Proprio l'istruzione diminuirebbe i costi per la sanità, per la sicurezza e ridurrebbe il disagio sociale migliorando la vita di tutti'',

Scuola, il presidente dell'Anief: ''Investire sull'orientamento''

Secondo il presidente nazionale dell'Anief, Marcello Pacifico, c'è la necessità di investire di più nell'orientamento scolastico e andare a rivedere i cicli: ''Occorre anticipare la scuola primaria a 5 anni, con annualità 'ponte' da affidare a maestri della scuola dell'infanzia e primaria in contemporanea, e poi allungare l'obbligo formativo sino alla maggiore età. È una tappa fondamentale, che propose, senza successo, vent'anni fa l'allora ministro dell'Istruzione Luigi Berlinguer. Averla scartata, in luogo di altre,- evidenzia Pacifico - ha portato all'attuale situazione, aggravata dal basso livello di competenze di tanti alunni, rilevato la scorsa estate anche dall'Invalsi. Certamente, bisogna prevedere un aumento degli organici, anche del personale Ata, proprio in quelle zone dove il disagio è maggiore, il tasso di abbandono è elevato, le famiglie sono in difficoltà, gli enti locali non sono di supporto adeguato, c'è un'alta presenza di alunni stranieri, disabili e con limiti di apprendimento''.

''Anief ritiene che per invertire la tendenza - continua il comunicato - occorra prima di tutto incrementare gli investimenti: purtroppo, però, la spesa pubblica per l'Istruzione rispetto al Pil sarà in calo fino al 2035, passando dal 4% al 3,2%. È una tendenza già acclarata tra il 2005 e il 2013, con gli investimenti per l'istruzione, sempre rispetto al Pil, risultati in sensibile calo. Lo stesso Eurostat ha di recente collocato l'Italia all'ultimo posto UE per la spesa pubblica rivolta all'Istruzione, con un preoccupante 7,9% nel 2014, a fronte del 10,2% medio. E bisogna sempre tenere ben presente i risultati delll'ultimo rapporto Svimez 2019 sull'economia e la società del Mezzogiorno, dai quali risulta che, in primis al Sud, la percentuale di assenteismo e di abbandono scolastico è molto più alta''. 

Nel comunicato il sindacato propone anche alcune modifiche alla legge di Bilancio per incrementare la disponibilità del personale scolastico in forza ad ogni istituto autonomo e per estendere l'obbligo scolastico a diciotto anni e anticipo dell'obbligo scolastico a 5 anni, ''considerati i dati sulla dispersione scolastica, l'aumento dei neet, la scarsa percentuale di giovani che conseguono un diploma terziario si ritiene necessario investire sulla formazione del capitale umano e innalzare l'obbligo formativo a diciotto anni per dotare gli studenti di quel bagaglio di competenze che potrà sostenerli nella ricerca di un lavoro di qualità e nella formazione universitaria''.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Scuola, l'esercito che si perde “per strada”: uno studente su quattro non arriva alla maturità

Today è in caricamento