ROMA – Sessantacinque euro lordi, che sono un aumento in busta paga di 35 euro mensili. Nell’arco di tre stagioni. E’ questa la cifra che, oggi, il ministero dell’Istruzione può garantire per il rinnovo del contratto di lavoro dei docenti italiani, in scadenza a fine anno. Il ministro Lorenzo Fioramonti ha aperto un dialogo costante con la struttura delle Finanze, a partire dal ministro Roberto Gualtieri, ma nell’ultimo incontro con i segretari generali dei cinque sindacati più rappresentativi del comparto istruzione, ha dovuto ammettere: “Per ora le risorse sono queste, sto lavorando per farle crescere”. Attende una sponda parlamentare.
I sindacati hanno bollato l’investimento nell’istruzione come “al momento del tutto insufficiente”. E hanno detto che apriranno il negoziato “solo se ci saranno risorse per un incremento retributivo a tre cifre”. Chiedono di abolire il bonus merito e la card docente istituiti dalla Legge 107 e di trasferirne i fondi direttamente in busta paga. La mobilitazione resta aperta. Le forme della mobilitazione prenderanno corpo mercoledì 20 novembre, al Teatro Quirino di Roma.
I sindacati hanno bollato l’investimento nell’istruzione come “al momento del tutto insufficiente”. E hanno detto che apriranno il negoziato “solo se ci saranno risorse per un incremento retributivo a tre cifre”. Chiedono di abolire il bonus merito e la card docente istituiti dalla Legge 107 e di trasferirne i fondi direttamente in busta paga. La mobilitazione resta aperta. Le forme della mobilitazione prenderanno corpo mercoledì 20 novembre, al Teatro Quirino di Roma.