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Scuola, ai prof 65 euro di aumento in busta paga

E' la cifra lorda che il ministero dell’Istruzione può garantire per il rinnovo del contratto di lavoro dei docenti italiani in scadenza a fine anno

19/11/2019
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la Repubblica

Corrado Zunino

 Sessantacinque euro lordi, che sono un aumento in busta paga di 35 euro mensili. Nell’arco di tre stagioni. E’ questa la cifra che, oggi, il ministero dell’Istruzione può garantire per il rinnovo del contratto di lavoro dei docenti italiani, in scadenza a fine anno. Il ministro Lorenzo Fioramonti ha aperto un dialogo costante con la struttura delle Finanze, a partire dal ministro Roberto Gualtieri, ma nell’ultimo incontro con i segretari generali dei cinque sindacati più rappresentativi del comparto istruzione, ha dovuto ammettere: “Per ora le risorse sono queste, sto lavorando per farle crescere”. Attende una sponda parlamentare.

I sindacati hanno bollato l’investimento nell’istruzione come “al momento del tutto insufficiente”. E hanno detto che apriranno il negoziato “solo se ci saranno risorse per un incremento retributivo a tre cifre”. Chiedono di abolire il bonus merito e la card docente istituiti dalla Legge 107 e di trasferirne i fondi direttamente in busta paga. La mobilitazione resta aperta. Le forme della mobilitazione prenderanno corpo mercoledì 20 novembre, al Teatro Quirino di Roma.

Un docente su cinque è supplente

Il Miur deve affrontare una vera e propria emergenza. A novembre inoltrato ci sono ancora cattedre scoperte. Nell’anno scolastico appena chiuso, ministro Marco Bussetti, si è toccato il numero record di supplenti: 163.776, il 18,7 per cento del corpo docente. Si stima che nella stagione in corso sia stata superata quota 170 mila e i dirigenti scolastici, dopo aver prosciugato le graduatorie di istituto - materne e primarie sono perlopiù esaurite -, vagliato i tanti curricula dei neolaureati Mad (messe a disposizione), aver cercato ruoli sui social (https://www.repubblica.it › news › preside_cerca_su_facebook-238874253), ora sono costretti ad affidare discipline a insegnanti specializzati in altro. Lo denuncia il sindacato Anief, che ha presentato un emendamento per consentire di utilizzare le graduatorie degli aspiranti docenti risultati idonei al termine dei concorsi. “Siamo all’ultimo stadio prima di alzare bandiera bianca”, dice il segretario Marcello Pacifico, “i dirigenti scolastici stanno accettando candidature spontanee di docenti privi del titolo specifico. Si rischia di portare in cattedra non solo una persona inesperta a insegnare, ma anche con una preparazione inadeguata”.

La viceministra Ascani: "Non siamo all'anno zero"

Ecco, i tre miliardi per scuola e università – chiesti da Fioramonti pena le sue dimissioni entro Natale – non ci sono, ma la viceministra Anna Ascani ricorda che la Legge di bilancio 2019 non sarà l’anno zero: “Abbiamo trovato fondi per migliorare l’inclusione scolastica e dare sostegno agli studenti con disabilità, risorse aggiuntive destinate al Fondo unico nazionale dei dirigenti scolastici, ci sono investimenti sull’innovazione, riconoscimenti per gli animatori digitali. Risorse per il Fondo di finanziamento ordinario degli Atenei e per il diritto allo studio con l’obiettivo di eliminare la figura dello studente idoneo senza borsa. La nostra azione non si conclude qui, la Legge di bilancio è un primo importante traguardo”. Ecco, le parole dell’Ascani su Facebook – a cui bisogna aggiungere i fondi per l’ecosostenibilità e quelli per i docenti di sostegno - da una parte difendono l’operato di un governo stretto tra l’aumento dell’Iva e il cuneo fiscale, dall’altra, però, fanno capire che margini per ingrossare le risorse Miur in questa Finanziaria non ce ne sono.


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