Sardine a Napoli, la manifestazione: ecco i quattro leader del movimento

Sardine a Napoli, la manifestazione: ecco i quattro leader del movimento
di Maria Pirro
Venerdì 29 Novembre 2019, 08:30 - Ultimo agg. 09:33
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Orfani dei partiti, indignati da Matteo Salvini: leader della porta accanto, in erba, quasi per caso, in grado scatenare una mobilitazione senza precedenti per il flash mob delle «sardine», non più seimila ma diecimila attese a Napoli. Dopo Bologna, Modena e Sorrento, l'opposizione al segretario della Lega tocca il capoluogo campano: domani, alle 19, si tiene la manifestazione senza bandiere politiche, trasferita in piazza Dante da piazza del Gesù e organizzata sui social da perfetti sconosciuti che solo ieri si sono incontrati per la prima volta. Ecco i loro volti, le loro storie.
 


Antonella Cerciello ha 49 anni, da 25 insegna educazione fisica, «E i primi quattro anni li ho trascorsi a Parma, anche per questo mi ha particolarmente colpito la manifestazione emiliana». La professoressa avrebbe voluto partecipare al raduno in trasferta: impossibilitata ad andare, ha convocato gli amici sotto casa, creando l'evento su Facebook. Poi l'hanno contattata gli «amici degli amici» e tanti altri per aiutarla in vista del 30 novembre, la data prescelta in coincidenza con il meeting del segretario del Carroccio a Firenze. «L'obiettivo di contrastarlo ovunque può dirsi già centrato. Oltre a Napoli, iniziative analoghe, in contemporanea, sono previste in tante altre città. È un modo per sfidare la paura che con un linguaggio violento Salvini vuole trasmettere agli italiani». Cerciello si definisce di sinistra, ma non si sente rappresentata dai partiti: «Non ho mai avuto tessere, e alle ultime elezioni ho votato scheda bianca». È invece componente della rsu nella sua scuola a Pozzuoli, dove vive. Iscritta all'Anief, il sindacato che ha scatenato la guerra dei ricorsi contro il precariato a livello nazionale. Nella sua battaglia di prossimità, in vista del flash mob di domani, la pasionaria («Temeraria», dice lei) ieri ha fatto un sopralluogo in piazza Dante insieme a una squadra di 8-9 persone, dal medico al grafico all'avvocato, tutti volenterosi che si sono proposti via Messanger, iscrivendosi anche al gruppo collegato on line. Queste le prime indicazioni operative: «Niente slogan offensivi e bandiere di partito, è prevista un'area H e una per bambini, ed è importante lasciare pulita la piazza. E portare con sé una sardina». A dare una mano c'è anche Imad Zebala, originario dell'Iraq, ma ormai cittadino italiano: 57 anni, da 40 anni vive in Umbria e lavora in Campania. L'imprenditore ricorda con orgoglio: «Sono stato anche direttore artistico del concerto d'amore per Terra dei fuochi, nel lontano 2011». E aggiunge: «Credo nel movimento, finalmente c'è un'occasione per superare la disumanità della politica e parlare di problemi veri, senza limitare il dibattito pubblico all'immigrazione».

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Paco Amendola ha 27 anni ed è un architetto: «Senza certezze professionali, come tutti quelli della mia generazione», si presenta. Il giovane convive con la fidanzata, una sua collega e coetanea, altra sostenitrice dell'iniziativa dalla prima ora. «Abito al rione Sanità, ma sono originario di Giugliano», spiega. Il suo ruolo lo deve alla prontezza nel colmare una lacuna on line. «Ho creato il primo gruppo delle sardine napoletane su Facebook perché ho notato che inizialmente c'era solo l'evento». Anche Amendola non ha tessere di partito, ma partecipa alle manifestazioni. «L'ultima? Quella per il popolo curdo».
 
 

Bruno Martirani, 28 anni, è uno studente lavoratore. «Faccio il digital marketing manager, collaboro con una casa editrice e ho da poco riaperto i libri dell'Università». Originario di Quarto, abita a Materdei. «Amo questa città e resisto, non voglio emigrare». Per il flash mob, Bruno ha creato un'altra pagina con boom di adesioni. «Tutti quelli che hanno aderito sono i veri protagonisti del fenomeno», chiede di sottolineare. Bruno è critico non solo nei confronti di Salvini, ma anche nei confronti dei rappresentanti istituzionali locali, daDe Magistris a De Luca. «Non mi sento rappresentato e non ho tessere di partito, tutti possono venire in piazza ma niente passerelle», avverte.

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Non è un esordio, per Michele Esposito: lo chef ha organizzato il flash mob di Sorrento, il 21 novembre scorso, per «salutare» il leader della Lega quel giovedì mattina in Costiera. «È stato il primo evento terrone, al Sud, un successo assoluto, con 700-800 nonostante la pioggia», spiega orgoglioso.
Il 33enne è un emigrante di ritorno: «Sono stato all'estero per 14 anni: in Nuova Zelanda, Russia, Kuwait, Londra, Grecia, e sono pronto a spostarmi ancora, se ne vale la pena, anche se non mi dispiacerebbe restare a casa», racconta. Mai candidatosi, Esposito dice che si interessa di politica: «Vado sempre a votare, ma non voglio esprimere una collocazione, un colore: la manifestazione è apartitica, si può essere uniti anche con ideologie e appartenenze politiche diverse».

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