SCUOLA – Anief: basta attaccare gli insegnanti per coprire le mancanze dello Stato

L’ultima polemica accesa da Tito Boeri, ex presidente dell’Inps, sul reclutamento dei docenti con il sottosegretario De Cristofaro sulle pagine di Repubblica è pretestuosa, frutto di un’analisi errata del problema che continua a nascondere gli effetti di una politica economica che con la precarizzazione del sistema nazionale di istruzione ha allontanato l’Italia dalle classifiche qualitative internazionali. Lo afferma Marcello Pacifico, presidente nazionale di ANIEF.

 

Bisognerebbe lodare, premiare, questi cavalieri del lavoro, questi insegnanti che in zone economicamente depresse, a rischio, difficilmente raggiungibili, ad alto tasso di abbandono scolastico continuano a credere in una missione che è giornalmente sconfessata da chi parla ex cathedra. E invece secondo l’economista Tito Boeri, correlando le retribuzioni su base nazionale al costo della vita, i docenti del Sud prendono uno stipendio più alto rispetto a quelli del Nord. Lo stesso Boeri, inoltre, criticare fortemente le scelte operate nello stabilizzare insegnanti già inseriti nel contesto didattico.

 

Una scuola migliore, però, si ottiene stabilizzando gli organici e attribuendo gli stessi non secondo formule matematiche, ma in base alle esigenze del territorio, certamente non con classi pollaio o con i posti in deroga o negati sul sostegno, né in edifici non a norma e in aule non digitali, dove il tempo scuola è stato ridotto perché la politica non vuole investire ma risparmiare e dove oltre 200 mila posti all’anno sono assegnati ai precari per esigenze di cassa contro la normativa europea e in spregio alla continuità didattica.

Un’università migliore si ottiene ripristinando la figura del ricercatore a tempo indeterminato senza far fuggire i cervelli all’estero dopo migliaia di euro spesi per la formazione.

Una società migliore si ottiene investendo nel sapere in risorse umane e finanziarie e non con la sua svendita nei mercati del tempio per avere un “tesoretto” creato dallo snaturamento dei pilastri della nostra costituzione.

 

Il problema non sono i concorsi, ma i Governi che si ostinano a chiamare precari insegnanti su posti vacanti e disponibili, e chi ne capisce di economia lo sa bene.