Supplenti senza lo stipendio da oltre tre mesi. Il sindacato: situazione grave

Lunedì 13 Gennaio 2020 di Sara Carnelos
Una protesta dei docenti precari

PORDENONE A fine dicembre hanno ricevuto lo stipendio di ottobre e ad oggi non hanno intascato un euro del mese di novembre e dicembre. Si tratta di insegnanti supplenti che bussano alle porte del sindacato per chiedere informazioni. La disperazione è tanta, specie di chi vive con un solo stipendio e deve pagare vitto e alloggio che al nord sono esosi.
UN ESERCITO DI PRECARI
Sono presenti nelle scuole della città e della provincia, un esercito di precari con supplenza breve, ovvero non fino al termine delle lezioni o al 31 agosto, ma possono restare, comunque all’interno della stessa scuola per diversi mesi, per poi essere richiamati in altri istituti. Spesso non vengono dal territorio, ma da diverse parti d’Italia, isole comprese. Per loro è importante trovare lavoro perché oltre ad accumulare esperienza, maturano punteggio e più alto è quest’ultimo maggiori sono le possibilità di essere chiamati l’anno successivo. Tanti di loro sono presenti nelle graduatorie di istituto, altri invece, compilano una domanda di messa a disposizione e appena il dirigente della scuola li contatta in fretta e furia fanno le valigie e si trasferiscono per il tempo della supplenza.
IL SINDACATO
«Sono tanti che ci chiedono informazioni – fa sapere Teresa Vitiello, responsabile provinciale del sindacato Anief –; alcuni vogliono lasciare la supplenza perché non riescono a far fronte alle spese, così abbiamo contattato la ragioneria dello Stato, ma ci vogliono ancora giorni affinché venga fatta un’emissione speciale. C’è tanta angoscia e preoccupazione tra gli insegnanti, alcuni se ne vogliono ritornare a casa. Ritengo che per dei lavoratori sia un trattamento ignobile, ci vuole dignità perché le pretese di un lavoro qualitativo sono sempre più alte, ma non c’è la controparte stipendiale, questi ritardi da parte dello Stato sono inaccettabili». Quando la paga non arriva, iniziano le preoccupazioni e le telefonate all’Anief, ma anche le corse allo sportello. La Ragioneria dello Stato può far sapere solo se è stata stabilita la data di pagamento, si tratta di quella che tecnicamente viene definita “emissione speciale”, ma l’importo ancora non è conosciuto. Gli istituti scolastici adempiono al loro compito, le segreterie hanno le mani legate, ovvero, presentati gli adeguati incartamenti, la palla passa al Miur che deve autorizzare l’apertura dei “rubinetti”, l’arrivo nei conti correnti dello stipendio maturato, ma spesso mancano proprio le risorse economiche o almeno così viene riferito ai supplenti brevi.
DISPARITÀ DI TRATTAMENTO
Questo passaggio per i precari è lungo e coincide con la possibilità di pagare affitti e nutrirsi: «C’è una disparità nell’accreditamento degli stipendi tra docenti di ruolo e supplenti e tra le diverse tipologie di questi ultimi», chiarisce Teresa Vitiello che si aspettava che la situazione, già precedentemente denunciata, si fosse risolta.

Invece non è così. Solitamente per chi si aggiudica una supplenza al 30 giugno o al 31 agosto, non ci sono problemi, se non un ritardo possibile nel primo mese, poi tutto va a regime, mentre per chi ottiene una supplenza fino al termine delle lezioni, ovvero il 10 giugno, le cose si complicano. Nel periodo estivo la problematica “reclami” vira su un altro versante, quello dei ritardi nella riscossione dell’indennità di disoccupazione, quando chiunque avrebbe necessità di tranquillità, perlomeno sul versante economico, dopo aver prestato servizio con dovere. Ma questa volta non solo i supplenti brevi, ma anche coloro che seguono i ragazzi dall’inizio alla fine dell’anno scolastico devono attendere la famosa Naspi.

Ultimo aggiornamento: 14:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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