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Scuola, Anief su precariato: "call veloce" non basta serve mobilità straordinaria su tutti i posti vacanti

Senza algoritmi impazziti e vincolo quinquennale

Economia, Scuola
Scuola, Anief su precariato: "call veloce" non basta serve mobilità straordinaria su tutti i posti vacanti
(Teleborsa) - La nuova procedura di reclutamento prevista dalla "Call veloce" da graduatorie di merito, graduatoria regionali di merito ad esaurimento e GaE, forse riuscirà a svuotare tali elenchi, ma creerà un nuovo problema: quello della mancata tutela del diritto alla famiglia del personale neo-assunto, costretto a presentare domanda in un'altra regione per essere assunto, un po' come avvenne già in passato con la Buona Scuola.

A lanciare l'allarme è il sindacato della scuola Anief che chiede al nuovo ministro dell'istruzione di riportare alla contrattazione la materia della mobilità e agli altri sindacati rappresentativi di prevedere una nuova mobilità straordinaria senza algoritmi e su tutto l'organico di fatto non coperto da titolare.

È un punto fermo, che il sindacato ha chiesto di introdurre anche con un emendamento al decreto Milleproroghe, proprio al fine di conciliare diritto al lavoro e diritto alla famiglia, sanando anche in questo modo gli effetti disastrosi dell’algoritmo impazzito che, nel 2015, portò migliaia di docenti a essere assunti in sedi lontanissime dai propri affetti senza conoscerne i motivi, come hanno ben descritto i giudici del Consiglio di Stato nelle sentenze richieste dai legali di Anief.

Dopo l'enormità di posti vacanti e disponibili, non va commesso lo stesso errore della scorsa estate, quando il Miur non si è spinto oltre a quote allargate sui trasferimenti fuori provincia dei docenti, introdotte con un contratto capestro sulla mobilità del personale, per colpa delle quote concordate con i sindacati firmatari del contratto collettivo nazionale", avverte Marcello Pacifico leader del giovane sindacato autonomo.

Ma un altro provvedimento urgente che deve accompagnare, in parallelo, la "Call veloce" è pure quello della cancellazione della norma inclusa nel decreto scuola che riguarda tutti gli immessi in ruolo a decorrere dal 2020/21, costringendoli al vincolo di permanenza di cinque anni consecutivi nella scuola di titolarità. Per l'Anief la continuità didattica è certamente da garantire, ma non è possibile negare così a lungo ai docenti il diritto alla libera mobilità sul territorio nazionale. Il sindacato reputa "assurdo", in particolare, avere incluso in questa norma anche i lavoratori che fruiscono, per sé o per un congiunto (coniuge, figli, parte dell’unione civile), dei benefici della legge 104/92, con la sola esenzione di chi ha ottenuto il riconoscimento dopo la presentazione della domanda di partecipazione al concorso o di aggiornamento delle graduatorie a esaurimento.
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