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Diplomati magistrali in arrivo un’altra tornata di licenziamenti

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(fotogramma)

belluno. Sono diventati esecutivi i licenziamenti di insegnanti diplomati magistrali dopo i ricorsi promossi da altri docenti, con loro esclusione conseguente dalle graduatorie ad esaurimento (gae) per effetto di una sentenza del Consiglio di Stato.

Si tratta dell’ennesima tornata di licenziamenti che arriva in seguito alle sentenze del secondo grado della giustizia amministrativa.

Le prime destituzioni erano arrivate due anni fa, le altre l’anno scorso, e ora di nuovo. Si tratta per ora di una decina di persone che si sono viste recapitare la lettera di licenziamento dal posto a tempo indeterminato che avevano acquisito con riserva, non avendone i titoli riconosciuti a livello ministeriale.

Questi docenti, ora, continueranno a lavorare «per la clausola di salvaguardia con contratti a tempo determinato fino a giugno, al termine del quale periodo non percepiranno nemmeno la disoccupazione», precisa Lucilla Rovetto, referente provinciale dell’Anief. Che aggiunge: «E questo perché al momento di firmare il ruolo hanno anche accettato la clausola rescissoria per cui viene tolto ogni diritto all’indennità di disoccupazione».

«Purtroppo siamo agli ennesimi licenziamenti, e altri ne seguiranno mano a mano che arriveranno le sentenze negative del Consiglio di Stato ai ricorsi presentati dai docenti col diploma magistrale», sottolinea Lorella Benvegnù, segretaria della Cisl scuola bellunese che aggiunge: «Siamo di fronte ad un disagio importante sia per chi era stato inserito con riserva e che è stato ora depennato, sia per chi ora è stato licenziato, sia per chi si era visto sorpassare in graduatoria da questi docenti. Questo è il frutto di una situazione non governata dalla politica che invece va risolta in modo condivisa senza ricorrere a giudici o tribunali amministrativi».

Sulla vicenda interviene anche l’assessore veneto Elena Donazzan che parla di «situazione drammaticamente grave per le insegnanti licenziate e assolutamente imbarazzante per i governi che si sono succeduti. Ricordo chiaramente quante forze politiche si erano dette pronte a risolvere il problema, ma hanno dimenticato l’esistenza di questi insegnanti», continua l’assessore. «La Regione Veneto è sempre stata capofila delle regioni italiane in seno alla Nona Commissione della Conferenza Stato-Regioni nel sollecitare una definitiva e positiva risoluzione del problema. Ho incontrato personalmente molte di queste insegnanti, ho conosciuto le loro storie a Padova come a Venezia, a Rovigo come a Belluno: insegnanti per anni, apprezzate dai propri dirigenti scolastici e dalle famiglie, tutte con alle spalle l’anno di prova superato», dice Donazzan che conclude: «In uno Stato più burocratico che capace sono state messe fuori dalla porta della scuola. Bastava un articolo di legge inserito in finanziaria o nel milleproroghe, ma evidentemente non si è voluto fare». —

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